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Jacopo Fo Censura totale N°001 - Napoli brucia?

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Censura Totale - videolettere per aggirare la censura
-- Napoli brucia?
L'assurdo tentativo dell'amministrazione di nascondere la gravità della situazione criminale della città, e di mettere in atto misure concrete di intervento.
Una città dove vengono commessi quasi il doppio degli omicidi del Canada si ha paura di prendere iniziative concrete per non impressionare sfavorevolmente i tutisti. E il sindaco Rosa Russo Jervolino ha l'arguzia di dichiarare pubblicamente che tra Napoli e Genova o Milano non c'è una gran differenza.
E' possibile fare qualche cosa per smuovere questa situazione?
Link di approfondimento:
Hanno ammazzato Emilio Albanese
Alcune proposte concrete per combattere la criminalità
Archivio
Visita il sito: www.atlantide.tv

12 commenti


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1 Luglio 2005
03:31

Non è stato difficile chiudere il cerchio del mio primo intervento. La mia analisi nasceva da un?esperienza ben verificata. La provocazione ha generato una richiesta di proposte ma vi conosco troppo bene. Le proposte sono state avanzate e sicuramente più articolate ed esaurienti di sbarre e manganelli. Ma siete talmente prevedibili che la scontatezza delle vostre reazioni può al massimo oscillare penosamente tra il ridicolo e la slealtà. Fa rabbia invece riscontrare che vi appropriate di spazi illegittimi, che non devono e non posso appartenervi. Parlate di merda senza sporcarvi mai le mani e quando qualcuno vi invita al confronto vi rintanate di nuovo nelle mutande di papà e mamma. A Napoli e in tutta Italia si sta morendo di assenze. Di mancate risposte. Di fughe dal confronto. E DI FAME. Quella disperazione e quella violenza nascono soprattutto da questo. La sua video-lettera ne è l?ennesima dimostrazione e le sue reazioni così approssimative, goffe e puerili sono il segno dell?incoscienza con cui si sta affrontando il disastro italiano. In questo misero scenario intellettuale il rozzo, il mafioso e l?ipocrita giocano partite diverse solo apparentemente. In realtà praticano strade fatalmente convergenti. Grazie per non aver più risposto compagno del nulla. Molti visitatori di questo sito e quindi spero tante persone avranno un chiaro elemento per riconoscerla meglio. Alla prossima performance cerchi almeno di cacciare via meglio le mosche (rif. 1° commento del Sig. Costanzo Cosentino che già la diceva lunga sulle sensazioni suscitate dalle sue parole)?ma mi rendo conto che quelle sono più difficili da allontanare rispetto agli esseri umani. I bastardi sanno come farci tacere. Josef K

Josef K

29 Giugno 2005
18:56

Signor Jacopo Fo, ancora una volta,attraverso la sua analisi esaustiva,ho potuto constatare per l'ennesima volta,quanto L'Italia e la societa' siano gravemente malate. Siamo in Crisi non solo dal punto di vista economico e sociale,ma anche dal punto di vista umano,non sappiamo piu' cosa vuol dire sperare, sognare,realizzare.Tutto cio' porta ad una crisi di valori ed alimenta la Criminalita in tutte le sue forme. L' indifferenza sembra essere la sola risposta disponibile,senza sapere che solo una giusta istruzione(educazione) ottenuta lottando quotidianamente,puo' gettare le basi per una societa' nuova e sana.

Annapaola Di Ienno

29 Giugno 2005
12:57

Signor Jacopo Fo, anche in questo ultimo intervento del Signor Giovanni emerge l?esigenza di garantire alternative costruttive alla cittadinanza. Come ho tenuto a precisare lo scontro personale è quanto mai sterile, ma la legittima provocazione che nasce da rabbia sana e non violenta produce spesso idee e iniziative che possono raggiungere obiettivi assai ambiziosi. Tutti gli uomini veramente liberi, animati da un?idea forte devono oggi porsi di fronte ad una serie di emergenze che stanno giorno per giorno assumendo contorni sempre più drammatici. Devono operare in maniera responsabile e incisiva per ricreare innanzitutto autentici canali di collegamento con la popolazione e dare vita ad un grande progetto culturale che restituisca a milioni di donne e uomini coscienza collettiva, consapevolezza, coraggio, protagonismo e libertà. Produrre in tal modo un grande patto di solidarietà e collaborazione che si inserisca nei diversi tessuti sociali, non cadendo dall?alto ma propagandosi orizzontalmente, attraverso scelte nuove di comunicazione e di partecipazione. Vivo a Roma, un?immensa borgata che in molti ancora vogliono far passare per culla e polmone di energia culturale e civiltà. Il dramma di Napoli tra breve sarà, pur con caratteri diversi, anche quello di qui e di tante altre città italiane. L?aumento costante di fatti criminosi che sempre più spesso vedono minori come protagonisti ne è la prova più preoccupante. Mettere in carcere centinaia di migliaia di esseri umani creerebbe solo un?esplosione a catena. Lei ha detto che si può essere alleati, ma solo grazie alla connessione concreta ed efficace tra persone che capiscono qual è l?unica vera possibilità di soluzione si può realizzare qualcosa di veramente significativo. Le denunce abbandonate a se stesse, i grandi concerti di sensibilizzazione, i girotondi, solo per fare qualche esempio, sono cazzate che poco riescono ad incidere nel caos che si è ormai stabilito. Occorre una maggiore presa di coscienza e metodi meno presuntuosi ma assai più convincenti e diretti. Intorno a me ci sono validi professionisti della comunicazione, artisti di notevole spessore, figure che provengono da esperienze meravigliose o tragiche ma pronte a mettersi a disposizione di un grande progetto. Siamo in tanti ad essere stati messi da parte e ridotti all?inattività e all?invisibilità. Le propongo un incontro da cui far nascere un?onda buona per recuperare i riferimenti da cui noi tutti proveniamo e che rappresenti davvero il punto di partenza per quella rivoluzione dolce ma energica ed efficace di cui parlava anche lei nel suo intervento. Da questo luogo virtuale ma così vivace potrebbe scaturire un?iniziativa senza precedenti. Nella disponibilità e nell?impegno degli individui che hanno gli strumenti per metterla in atto esiste la chiave che può interrompere questa tragica paralisi delle coscienze. Ora è solo da verificare quanta disponibilità e quanto impegno sopravvivono nella volontà di chi ha questi strumenti. Josef K

josef k

29 Giugno 2005
09:26

Napoli è una città in stato di guerra da decenni e il napoletano onesto e per bene è sempre stato costretto a soccombere a qualsiasi tipo di sopraffazione proveniente sia dal basso (criminalità) sia dall'alto (classe politica). Non esiste soluzione, Napoli è sempre stata così, soprusi continui sia da un punto di vista illegale sia legale. Le classi sociali più "disagiate" se vogliono fare "carriera=soldi" devono rivolgersi ai padrini della camorra, quelli che appartengono alla Napoli bene si rivolgono ai "padrini" politci. Ripeto, Napoli è la città della prevaricazione (siamo in tanti e in poco spazio) e se non ti adegui a schivare i colpi che ti arrivano ogni giorno o non sei una persona superficiale che si fa scivolare tutto addosso sei destinato a soccombere o a diventare come "loro". E' facile dire che le forze dell'ordine, i vigili o il cittadino comune non fanno il loro dovere, ma a Napoli si sa benissimo che quelli che vogliono intervenire per cercare giustizia il minimo che rischiano è un pestaggio ed azioni continue di ritorsione. Jacopo nel suo discorso parla di esercito, di burocrazia lenta, di rivoluzione culturale, ma non dice secondo me una cosa molto importante e cioé come in tutte le società, se si vuole sradicare il male bisogna intervenire sui bambini, sui ragazzi, sulle classi operaie e dirigenziali del futuro. Ma chi vive a Napoli sa benissimo che questa è solo utopia e che realtà come Scampia, Poggioreale, Ponticelli, i quartieri storici di Napoli, Ercolano, Pozzuoli, Casal di Principe ecc. ecc. ecc. sono come il Vesuvio, sai che esploderà e quando arriverà il momento sarà distruzione e morte. Si piangerà, ci sarà costernazione, speculazioni di tutti i tipi dopodiché la vita riprenderà da dove la si era lasciata.

Giovanni

28 Giugno 2005
22:13

Signor Josef K., mi fa piacere che lei abbia cambiato tono e che mi stia ora trattando come un essere umano che vale più di qualche insulto. Sono anche contento che lei sei anni fa parlasse di crisi economica e venisse deriso, tra quelli presi per il culo c'ero anch'io. Per il resto condivido il suo giudizio sulle élite culturali. Ma credo che sia fuori strada quando pensa che io ne faccia parte. Sicuramente ho avuto la strada aperta dai miei genitori ma non ho usato le mie possibilità per avere soldi e fama. Come forse potrà notare non scrivo per nessun giornale, non lavoro in televisione, né in radio, non entro nel circuito teatrale ecc. Quindi potrebbe forse prendere in considerazione l'idea che si possa essere alleati invece che nemici. Fare la rissa con me è ridicolo, ci sono migliaia di furbi che si tengono stretti i loro spazi accettando qualunque compromesso... Per quanto riguarda i carceri trent'anni di impegno nel settore, forse, mi danno il diritto di non esere sospettato di volere più galere. Ma credo che chi ha commesso crimini violenti e chi ha avuto il coraggio di truffare e corrompere siano malati di mente che abbiano bisogno di cure. Ma questo non può voler dire dargli una pillola e via. Si tratta di creare percorsi di riaffezione alla vita e al rispetto degli altri. Daltra parte non credo che la società possa permettersi di non porre i malvagi in condizione di non nuocere. L'abolizione del carcere come struttura punitiva deve prevedere la creazione di strutture umane, che diano strumenti culturali, possibilità di vita affettiva, sessuale, lavorativa. Ma che non permettano in alcun modo a queste persone di tornare normalmente nel mondo a uccidere, stuprare e depredare. E' ovvio che in una situazione dove il carcere è un luogo di tortura e distruzione della personalità non si può sperare in "più carcere". Ma non si può per questo teorizzare che i criminali abbiano il diritto di fare cio che vogliono. La proposta, come sosteniamo da anni, deve essere una totale rivoluzione del sistema da tutti i punti di vista. E se lei legge i link proposti a questa mia videolettera vedrà che io non credo assolutamente all'efficacia della repressione. Ma non credo neanche al'efficacia della resa incondizionata e alla totale libertà nel delinquere. La saluto Jacopo Fo

jacopo Fo

28 Giugno 2005
17:46

Signor Jacopo Fo, mi piacerebbe citare i particolari momenti in cui tanti influenti personaggi hanno voltato spalle e sguardo dall?altra parte o il giorno in cui la mia voce è stata affossata da un freddo e immotivato rifiuto proprio di sua madre, ma due motivi mi impediscono di farlo. Il primo è strettamente legato all?inutilità dello scontro basato sul personale. Il secondo è che dopo essere stato isolato, dopo aver dormito per 18 mesi per terra e visto il dato di fatto che posso fare al massimo il vagabondo, preferisco evitare ulteriori e sterili conflitti. Mi conceda di essere sfinito e impaurito e di farle notare che non avete sempre e comunque la ragione in tasca. Non siete sempre e comunque dalla parte dei migliori, anche se ravviso ancora una volta la difficoltà del dialogo dal basso. Spero che qualcuno prima o poi prenda atto delle distanze abissali che separano cittadinanza e cupole culturali. Spero che esista da qualche parte la presa di coscienza sulla povertà espressiva che opprime l?Italia da almeno 30 anni. Spero soprattutto che le responsabilità di questa penosa situazione vengano raccolte da coloro i quali hanno gestito in un modo o nell?altro le leve culturali, creative ed espressive in questo disastrato Paese. Quando accenno alle ?cupole? dotate di cinismo mi riferisco proprio alla tendenza all?esclusione che caratterizza talune scelte e alla perdita di collegamenti autentici tra il settore artistico e la popolazione, un dato di fatto inconfutabile. La cultura settarizzata, assistita ed elitaria ha creato nel corso degli ultimi decenni una voragine tra la cittadinanza e il gotha della cultura. Un vuoto che è stato rovinosamente riempito dalla disperazione che alimenta devianze di cui è parte purtroppo dominante la criminalità. Rispetto alle misure repressive che lei auspica la invito a riflettere sul fatto che tra non molto l?impennata di delinquenza produrrà tanti ospiti per prigioni. In questo senso sarà contento dei numerosi progetti di edilizia carceraria messi in agenda da questo governo. È un argomento populista e di facile presa quello basato sulla paura e sul controllo, ma è ampiamente dimostrato che la repressione non costituisce un elemento scoraggiante nei confronti del malvivente. Non esiste altra soluzione se non creare valide alternative. Socializzare i saperi e renderli accessibili a tutti. Ripartire dal basso e offrire alla popolazione gli strumenti per recuperare concreti riferimenti. Spero si sia accorto che sul piano strettamente antropologico il quadro è devastante: l?uomo, spogliato del suo patrimonio di tradizioni, memorie e simboli, obbligato a vivere in funzione della produzione, del consumo e degli affari, è ridotto, per la prima volta nella storia, alla miseria morale e spirituale, senza altre mete che non siano quelle di una limitata sopravvivenza. Chi parla dai piedistalli deve ora più che mai assumersi qualche responsabilità ed evitare la propaganda personale fondata sui luoghi comuni. Non è tempo di applausi. Infine le garantisco che ho pagato sicuramente più di lei e di tanti come lei la scelta di denunciare e di indignarmi. Lei scrive che io mi dipingo di diversi colori e che faccio il gioco dei mafiosi. Sorrido. Non ho più nemmeno la voce per far parte di quel ?grande coro? (?) cui lei accenna. La informo che il grande coro è quello di chi non ha i soldi per la spesa, per garantirsi un tetto e di quello faccio sicuramente parte, ma di voce, mi creda, davvero poca. Per noi niente eremi nel verde. Quando 6 anni fa scrissi del fallimento economico italiano tutti si misero a ridere. Ora è inevitabile ed è assai più facile parlarne. Voi avete i mezzi, vi mettono a disposizione schermi, palcoscenici, microfoni: datevi da fare. Solo dopo potrete ricominciare a pontificare. E forse avrete anche imparato che è meglio essere tra la gente quando si vive in una società di liber

Josef K

28 Giugno 2005
16:56

Salve, ho visto il suo filmato devo dire che non ho parole, purtroppo viviamo ogni giorno con l'incertezza, la Tv ci dice solo stronzate, ma fatti veri che accadono non si sa nemmeno l'esistenza, appunto come il suo. Meno male che c'è Internet, ogni giorno leggo delle cose che mi fanno stare cosi male, e dico dentro di me che viviamo in un Mondo Bugiardo. Essere informati è un nostro diritto, non ci possono dire solo stronzate, io la Tv non la guardo più, mi informo in Internet che è meglio al meno so la verità dei fatti che accadono. Per quanto riguarda la Città di Napoli, io mi auguro che al più presto diventi una Grande Città pulita in tutti i sensi, e che non ci deve essere mai più questo grande muro di "omertà" che distrugge la città. Farò vedere il suo filamato a tutti coloro che conosco, perchè devono sapere in che mondo si vive. Saluti Sonia

Sonia

28 Giugno 2005
15:58

Signor Josef K., la ringrazio per avermi chiamato: bastardo figlio di papà, intellettualmente disonesto, cinico, provetto fascista ecc E la ringrazio anche per aver argomentato le accuse e avanzando proposte. Mi complimento poi per la profonda analisi politic: la colpa di tutto è mia, di Dario Fo e Dacia Maraini. Credo che lei abbia offerto un valido contributo alla chiarezza e al dibattito. L'insulto contro i veri nemici del popolo è sepre la via più efficace. Grazie compagno! Comunque mi resta la curiosità di conoscere le sue proposte concrete che sarebbero state affossate da questi intellettuali bastardi. Resto in asiosa attesa. Rispondo comunque all'unico argomento da lei portato: sì io credo che insieme a tutte le misure sociali e culturali che ho elencato sia necessario mettere i criminali nella situazione di non nuocere con leggi che funzionino (ovviamente creando carceri umane e non i luoghi di abominio e scuola di violenza attuali). Oppure lei pensa che i criminali non vadano isolati fisicamente? Sicuramente molti mafiosi e politici corrotti sono daccordo con lei. E devo dire anzi che le sue posizioni sono maggioritarie in Italia. Tant'è che in Italia non abbiamo una legge che funziona ma un meccanismo che permette ai furbi dotati di mezzi economici di farla franca. Cioè lei fa parte del grande coro che, dipingendosi ora di un colore ora di un altro, lavora per la difesa di un sistema che uccide, rapina e promuove l'impuità. E che poi si permette di insultare chi si muove e, da sempre, paga di persona. E si permette di insultare persone che hanno avuto il coraggio di farsi far fuori dalla Rai per 17 anni perchè nel 1962 hanno denunciato l'esistenza della Mafia, come è accaduto ai miei genitori. E che hanno pagato con torture e stupro la difesa dei diritti dei carcerati come è accaduto a mia madre.

Jacopo Fo

28 Giugno 2005
13:29

Ho ascoltato con diffidenza le parole di Fo. La stessa diffidenza che mi accompagna ogni volta qualche trombone pseudointellettuale si accosta a questioni che in realtà non lo riguardano. Ho verificato che non è uscito altro dalla sua bocca che discorsi da bar di ottava categoria. Banalità mortificanti che non fanno che confermare la povertà di queste menti e l'ipocrisia becera che alimenta le loro iniziative. Dolorosamente toccato dal problema di Napoli in maniera più diretta si è sentito investito di un ruolo che però non gli appartiene. Da privilegiato figlio di papà ha tentato di trasformarsi in comunicatore di buone intenzioni. Ha detto che "quella criminalità nasce dalla mancanza di rispetto per le regole"... bella stronzata. Ha parlato di controllo e di repressione da provetto fascista. Ha citato un elenco di immagini e situazioni in perfetto stile salottiero. Mediocre lo squallido tentativo finale di proporre una "rivoluzione culturale". Come sempre è mancato il coraggio e la capacità di offrire una valida alternativa. Parlano male della burocrazia e sono burocrati. Criticano la politica e ci mangiano nello stesso piatto. Bastardi. Chi scrive ha avuto il coraggio di andare oltre e in tempi non sospetti parlando di sfaceli imminenenti ma proponendo davvero le soluzioni. E' stato scomunicato da quelli come Jacopo Fo, Dario Fo, Dacia Maraini e altri esponenti come loro delle classi privilegiate che, animati da cinismo e ipocrisia, sanno manifestare solo per se stessi. La maggiore responsabilità del disastro culturale, sociale ed economico deriverà proprio dalla loro mancanza di onestà intellettuale che ha saputo solo creare distanze con la cittadinanza, disorientamento nei giovani e caos idelogico. Un paese che propone come alternativa al disastro culturale del berlusconismo e dei suoi derivati, una schiera di benpensanti atrofizzati e chiusi nelle loro torri dorate non ha futuro. Il risalto di cui questa gentaglia continua a beneficiare ne è la prova più drammatica. Josef K

Josef K

28 Giugno 2005
12:59

il problema è serio e tocca molti fronti e tutti gli indivudui dovrebbero esserne coinvolti. il fenomeno dell'individualismo ha raggiunto il suo apice e sarebbe necessario fare delle riflessioni e delle considerazioni. quali valori ci accomunano? comunque penso che la presenza dell'esercito accanto ai vigili farebbe solo stare più tranquilli i turisti, ormai non c'è più niente da nascondere. dovrebbemmo diventare più consapevoli della realtà in cui viviamo, prendere coscienza, scandalizzarci, cercare di cambiare certi attenggiamenti . ma è possibile che la maggior parte delle personi siano capaci di adirarsi e scandalizzarsi soltanto per una partita di calcio? ci stanno portando via risorse, lavoro, libertà, non sarebbe il caso di alzare le orecchie?

Donatella