Se ci si addentra nelle miriadi di classifiche online riguardanti la migliore letteratura fantastica e horror –siano esse blasonate o stilate dal più anonimo utente di qualche forum– si trova immancabilmente un titolo che appare con costanza tra i più citati: Casa di foglie, di Mark Z. Danielewski. La fiaba nera dello scrittore newyorkese è diventata fenomeno di culto tra appassionati e bibliofili e per molto tempo è stato quasi introvabile sul mercato. Gotico? Postmoderno? Narrativa sperimentale? La storia intricata che racconta si riflette nell'impaginazione, tra narrazioni parallele, acrostici, note ricorsive, testi al contrario e font camaleontici che richiedono al lettore uno sforzo di concentrazione per calarsi all'interno della vicenda narrata. "Questo non è per te", afferma laconicamente l'incipit del libro, ma siamo convinti sia impossibile non perdersi affascinati nell'intricata massa di pagine quasi magiche cucita da Danielewski, che fanno del suo romanzo – come ha dichiarato Stephen King – "il Moby Dick della letteratura del terrore".