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28 Giugno 2008 10:12

IL Giudice Clementina Forleo, Libera di tornare a svolgere il suo Lavoro.

935 visualizzazioni - 0 commenti

di pierluigi dattis

ROMA - "Il fatto non costituisce illecito disciplinare": con questa motivazione la sezione disciplinare del Csm dopo due ore di camera di consiglio ha assolto il gip di Milano Clementina Forleo dall'accusa di aver violato i suoi doveri di "imparzialità, correttezza e equilibrio" per i contenuti dell'ordinanza con la quale nel luglio del 2007 chiese alle Camere l'autorizzazione a utilizzare intercettazioni telefoniche che riguardavano alcuni parlamentari nell'ambito dell'inchiesta sulle scalate bancarie. La procura generale della Cassazione aveva chiesto invece la condanna del magistrato alla sanzione della censura e al trasferimento d'ufficio da Milano. "Avere fiducia nella giustizia prima o poi paga", ha detto più che soddisfatta Forleo, esprimendo l'auspicio che la sua stessa sorte tocchi ora al collega di Catanzaro Luigi De Magistris. "E' una sentenza importante perché riafferma il principio che la legge è uguale per tutti, magistrati e non, e che i provvedimenti giudiziari non sono sindacabili in sede disciplinare", ha commentato invece il suo difensore il procuratore di Asti Maurizio Laudi. Mentre il vice presidente del Csm Nicola Mancino, che presiede la sezione disciplinare, ha sottolineato che la sentenza dimostra "l'autonomia di giudizio" di Palazzo dei marescialli. Tra le intercettazioni per le quali Forleo aveva chiesto alle Camere l'autorizzazione all'uso c'erano le conversazioni tra l'allora presidente di Unipol Giovanni Consorte e Piero Fassino, Massimo D'Alema e Nicola La Torre. E proprio su di loro, che pure non erano indagati, secondo quanto ha sostenuto in aula il sostituto pg della Cassazione Federico Sorrentino, il gip aveva espresso in quell'ordinanza un "abnorme e non richiesto giudizio anticipato", ledendo i loro diritti ed "esorbitando" dalle sue competenze. Il riferimento era a quei passaggi del provvedimento in cui Forleo aveva definito "consapevoli complici di un disegno criminoso" D'Alema e La Torre e li aveva descritti come "disponibili a fornire i loro apporti istituzionali in spregio dello stato di diritto". Nessun provvedimento "abnorme", ha replicato Laudi, era un "dovere" motivare in maniera dettagliata le ragioni per le quali era necessario utilizzare quelle intercettazioni; Forleo non ha espresso valutazioni eccessive; le sue parole sono "la fotografia di una realtà inquietante", documentata da "dialoghi da stomaco forte", ha detto, leggendo ampi stralci delle telefonate di Consorte con La Torre e D'Alema. Poi a sentenza pronunciata, ha aggiunto: "il giudice ha il dovere di valutare anche in termini pesantemente critici determinati fatti, anche quando riguardano soggetti che ricoprono cariche importanti". Per Forleo il rischio di un trasferimento d'ufficio non è però del tutto scongiurato. Forse già la prossima settimana il plenum del Csm deciderà sulla richiesta della Prima Commissione di allontanarla da Milano: stavolta le si rimproverano le sue denunce sui poteri forti che avrebbero interferito nella sua attività giurisdizionale e l'accusa ai pm dell'inchiesta sulle scalate - Francesco Greco, Luigi Orsi, Eugenio Fusco, che sono stati ascoltati come testimoni- di voler insabbiare le indagini". IL Giudice, Dottoressa Clementina Forleo, torna Libera di poter svolgere il suo Lavoro. Giustizia è fatta.

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