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12 Maggio 2008 09:05

MAURIZIO CHIERICI: Esteban Caselli, un vescovo in Senato

1417 visualizzazioni - 1 commento

di Maurizio Chierici

Nei gironi delle poltrone dove in queste ore si accoltellano i protagonisti del popolo della libertà, i liberi berlusconiani d’ oltremare mantengono un silenzio rispettoso. Guardano e ascoltano. Ma passata la burrasca chiederanno qualcosa. Cosa pretenderà il senatore Esteban Juan Caselli, detto il vescovo ? Lo farà sapere nei sussurri dei corridoi tanto amati, o un bel giorno prenderà la parola a Palazzo Madama nel suo italiano tormentato dalle spine, leggendo il foglietto che qualcuno gli avrà scritto per aiutarlo a trasformare l’ < itagnuolo > da operetta nella prosa solenne che la rappresentanza pretende ? Caselli è un parlamentare con tante sorprese. Prima sorpresa: Berlusconi consacra capolista per l’America Latina un signore sconosciuto alla comunità italiana, perfino a Buenos Aires e nell’Argentina dove vive. Perché ? La gente comune non sa chi è, solo i grandi affari ne conoscono bene la storia. La parola < vescovo > dice qualcosa. Caselli è un lobbista con pochi rivali nei rapporti tra una certa politica e il Vaticano. Amicizie che vengono da lontano: ha incrociato con passione le speranze del Vangelo alle trame dei governi militari e agli affari dei governi Menem. Spiritualità sfuocata; straordinaria praticità. Ne ha ricavato onoreficenze che brillano sul petto: Gentiluomo di Sua Santità al fianco di Gianni Letta. Col Cavaliere si é incontrato solo adesso, eppure il Cavaliere lo aveva presentato come < amico che ci accompagna da tanti anni senza mai avere avuto incarichi legislativi o collaborazioni con vari governi, a differenza di altri dirigenti italiani dell’America del Sud che hanno approfittato dello spazio politico per fini personali, rovesciando le intese per passare armi e bagagli con i nostri avversari >. Indignazione del Berlusconi trasparente. Povero senatore Pallaro rimasto a casa e svillaneggiato. Non gli si é perdonato l’incarico di responsabile storico della Forza Italia argentina, bastone garantito da Tremaglia, ma bastone rinnegato. Due anni fa appena sbarcato a Roma, Pallaro aveva alzato il prezzo. Nel Senato senza maggioranza, vota un po’ si e un po’ no per il governo Prodi. Più affidabile Caselli < forza nuova senza vincoli col passato >. Anche se sfogliando la storia della verginità che lo ha promosso senatore questa lealtà un po’ traballa. Figlio di emigranti trentini molto religiosi, Esteban si affaccia in politica al fianco di Victorio Calabrò, ultraconservatore e governatore della provincia ( stato ) di Buenos Aires. Diventa autista-confidente di un ufficiale d’aviazione, Miguel Cardalda, quando il potere é nelle mani dei generali Viola e Bignone. Con la dittatura si trova bene. Frequenta protagonisti minori; incarichi di secondo piano ma poi succede qualcosa e finisce in galera. < Per dissidenza politica >, è il suo racconto. Per aver maneggiato in modo disinvolto affari che riguardavano le forze armate. I militari che ne proteggevano le ambizioni non lo hanno perdonato: é la testimonianza di chi racconta storie diverse. All’improvviso diventa ricco: il suo ufficiale muore lasciandolo erede universale. Pagine del curriculum- autobiografia, ma gli argentini bene informati sorridono. Quando torna la democrazia Caselli rema nell’ombra coltivando amicizie fra i cattolici chiusi nella tradizione preconciliare: cardinale Raul Francisco Primatesta, presidente della conferenza dei vescovi. L’aver appoggiato con garbo la dittatura ( trentamila morti ) infastidisce Primatesta fino all’ultimo respiro, sospettato di aver passato ai militari nomi di professori e studenti scomparsi nell’elenco dei desaparecidos. Caselli riappare appena Carlos Menem diventa presidente; subito nella scia di Hugo Franco, agente politico, appunto, del cardinale Primatesta. Menem resta affascinato da un signore così perbene e lo nomina sottosegretario di Acion de Gobierno e nel consiglio di amministrazione di Somisa, acciaieria gigante. Il successo continua per l’effervescente capacità di adattarsi alle circostanze moltiplicando gli affari, Zelig argentino in linea con la filosofia berlusconiana. Diventa Segretario del Culto, liaison tra governo e Chiesa, e finalmente ambasciatore alla Santa Sede. I corridoi vaticani esaltano nuove relazioni; lo avvicinano al cardinale Sodano, segretario di stato. Riallaccia assiduità perdute. Leonardo Sandri, oggi cardinale, è un vecchio amico portegno, cresciuto attorno all’arcivescovo di Buenos Aires, Juan Carlos Aramburu: dall’alto del pulpito invitava i fedeli a sostenere il governo militare. I generali Videla e Massera gli sembravano < bene ispirati >, non importa la P2. Sandri arriva a Roma con un giro più largo di Caselli: nunzio nelle americhe spagnole prima di far parte della segreteria di stato. Oggi è prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, defilato rispetto agli interessi dell’amico, ma con un impegno chiave nel disastro medio orientale. La sua promozione è stata celebrata solennemente dal bollettino dell’Ordine di Malta: < un autorevole membro dell’Ordine ha avuto un importante riconoscimento. Leonardo Sandri, capellano Gran Croce e conventuale ad Honorem, è stato chiamato dal Papa ad assumere l’incarico…. >, eccetera, eccetera. A volte le combinazioni: cardinale Sandri ed Esteban Caselli, vite in un certo senso parallele. Perché il senatore senza legami col passato è anche ambasciatore dell’Ordine di Malta in Peru. Forse Berlusconi era informato male, eppure l’errore può rivelarsi utile: chi meglio del nuovo senatore riesce a navigare nelle sacre stanze incurante delle chiacchiere della piccola Italia ? Alla corte del Menem al tramonto, il senatore Caselli si affidava alla protezione di Alfredo Yabran, principe degli affari del presidente. Ne racconta le imprese lo scrittore Horacio Verbitsky, saggio < Rubo per la corona >. Attorno alla corona di Menen, rubavano tutti ma Yabran gestiva la cassa; Yabran che si sacrifica quando la vendita proibita di armi alla Croazia negli anni dei Balcani in fiamme è lo scandalo internazionale che scopre altri affari proibiti. Sempre armi, sempre pesanti vendute all’ Ecuador sul piede di guerra per una frontiera contesa nella spugna dell’Amazzonia. Triangolazioni che partivano dall’ Argentina e giravano il mondo prima di arrivare negli arsenali di chi pagava miliardi di dollari clandestini. Le inchieste sgretolano la corte menenista. Su Yabran si aggiunge il sospetto di aver tirato i fili dell’attentato alla sinagoga di Buenos Aires: 80 morti. E l’ aver ordinato l’assassinio di un fotografo troppo curioso: la sua inchiesta minacciava la holding. A questo punto Caselli capisce che non è aria; meglio voltare le spalle. Trascura ogni soavità per accusare il benefattore Menem di crimini che lo chiudono in prigione. Un po’ veri, un po’ non dimostrati tant’è che torna in libertà anche se il pellegrinaggio nei tribunali dell’ex presidente continua proprio in queste ore. Eppure nel disastro il povero Menem ritrova la mano amica. Non si sa se per animo cristiano o riconoscenza ritrovata, Caselli fa un’altra piroetta: gli regala una sedia numerata per assistere alla cerimonia dell’insediamento di Benedetto XVI. Insomma, un po’ lo rimette in vetrina dopo tante disgrazie. Le voci continuano a rincorrere il passato del senatore. Domingo Cavallo, economista che ha dollarizzato l’Argentina prima del crac, elenca un po’ di storie alla Tv e sui giornali. Lo ricorda legato alla < mafia > di Yabran e presente in ogni intrigo. Impossibile fidarsi di un uomo così. < Menzogne >, risponde Caselli. < Cavallo mi ha scritto una lettera di scuse: confessa di essersi inventato tutto >. Cavallo non é forse un genio della finanza, ma professore dignitoso nelle università argentine e dell’altra America, nessun scandalo, bella famiglia: allora perché denuncia e poi rimangia ? Fra la botta e la risposta deve essere successo qualcosa. Intanto Caselli e le sue reti sembrano invincibili nelle leggende romane. Si dice contribuisca alla promozione di vescovi e preti amici lasciati in Argentina. Si dice riesca a bloccare il gradimento vaticano del nuovo ambasciatore di Buenos Aires da mesi in anticamera perché da anni divorziato e sciaguratamente risposato. Inaccettabile. Il senatore non lo sopporta. Meno male che Sarkozy è andato a trovare il papa prima che Caselli arrivasse a Roma.. A Buenos Aires gira il sospetto che Palazzo Madama possa essere usato come rampa di lancio per appoggiare i peronisti dell’ ultra destra contro il peronismo socialdemocratico disegnato dall’ex presidente Kirchner. Gli interessi dell’ l’italiano dei due mondi resterebbero solidamente nel nuovo mondo. Influenza non così irresistibile come può apparire, solo frutto di un’ abilità collaudata nel rivendere oltremare decisioni prese da altri approfittando del silenzio prudente vaticano. Ma se nessuno lo conosceva perché lo hanno votato ? Intanto il clamore dello show elettorale Forza Italia, tam tam sconosciuto alle abitudini di chi si candida all’estero. Pochi soldi nella disattenzione argentina per un’elezione estranea alla quotidianità di chi ha altri problemi. Caselli é un Carneade che copre le strade: non era mai successo e non è un modo di dire. Avenide invase dal fotomontaggio di manifesti che lo rappresentano appoggiato alla spalla del Cavaliere fino a quel momento mai incontrato. Nessun altro aspirante alle poltrone romane poteva permettersi lo sfarzo di coprire mezza città. Qualche faccia qua e là; briciole faticose. Solo l’ex senatore Pallaro aveva provato ad inseguirlo ma da lontano. Un’idea perché Caselli è stato eletto, Pallaro ce l’ha: < Davvero strano aver raccolto pochi consensi nella mia Argentina e in Venezuela dove le elezioni precedenti erano state un trionfo. Deve essere successo qualcosa, ho subito detto. E subito mi hanno segnalato l’apparizione misteriosa di mille schede compilate con la stessa calligrafia. Tutti, ma proprio tutti, voti per Caselli >. A volte il destino beffardo. Nelle 2006 quando Buenos Aires festeggiava la vittoria al Senato di Mirella Giai ( veterana del sindacalismo dell’esilio, oggi finalmente seduta a Montecitorio ) arrivano all’improvviso quattro urne dimenticate. Da chi e come non è chiaro. Pallaro superstar. Mirella resta a casa. Pallaro prende l’aereo per Roma non immaginando Esteban che si scaldava nell’ombra. mchierici2@libero.it Cortesia dell'Unità

COMMENTI

19 Maggio 2008 19:27

sei sempre forte caro maurizio passano gli anni o passiamo tra gli anni ma sei sempre lo stesso anzi.. un caloroso saluto (sto leggendo il tuo ultimo libro sull'america latina: al solito mi appassiona)

fabio spegne

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