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7 Febbraio 2008 20:16

Il giornalista e politologo Giuseppe Scanni presenta il suo libro: “Ordine e Disordini nel XXI secolo" .

729 visualizzazioni - 0 commenti

di Lucia Vagliviello

Al convegno, che si terrà l'11 febbraio presso l'Antisala dei Baroni del Maschio Angioino, interverrà l’on. Bobo Craxi Napoli- Sarà presentato , lunedì 11 febbraio,alle ore 17.oo, l'ultimo libro del giornalista giornalista e politologo Giuseppe Scanni, " Ordine e disordini nel XXI secolo" La presentazione si terrà a Napoli l'Antisala dei Baroni del Maschio Angioino. Il convegno, promosso ed organizzato dalle associazioni 'Giovani del Sud' e 'iMeridiani' Onlus presiedute rispettivamente da Lello la Pietra e Alfonso Giarletta, sarà moderato dal giornalista Rai Massimo Calenda . In detta occasione , oltre ai nomi precedentemente mensionati, è da segnalare la presenza dell' Onorevole Bobo Craxi, dell’Onorevole Gennaro Mucciolo, Vicepresidente del Consiglio Regionale della Campania, e dell’Ambasciatore Michelangelo Pisani Massamormile. Dopo il successo dei due libri “Debito, Crisi e Sviluppo “con G. Pennisi, Marsilio, 1991; e "Miti e speranze del Terzo dopoguerra” Marsilio, 1995, " Ordine e disordini nel XXI secolo" è il terzo volume scritto da Giuseppe Scanni che ha già riscosso notevoli consensi. Il giornalist aprofessionista Giuseppe Scanni è nato a Brindisi nel 1949 e attualmente dirige le relazioni esterne e i rapporti istituzionali dell’Anas S.p.A. Tra le sue pubblicazioni più importanti : Musica e Società (Dedalo, 1975); Debito, Crisi e Sviluppo (con G. Pennisi, Marsilio, 1991); Miti e speranze del Terzo dopoguerra (Marsilio, 1995). Scanni inoltre ha diretto per oltre un decennio “Politica Internazionale”, periodico dell’Ipalmo. Vicepresidente, negli anni ’80, della Agenzia per i paesi in via di sviluppo Inter Press Service, ha diretto il mensile “Alternativa “ed il quotidiano “Avanti!” oltre ad aver collaborato al “Giornale” è editorialista del quotidiano romano “Il Tempo “ e partecipa al board della rivista “Critica Sociale”. Per oltre venti anni ha assiduamente lavorato con Bettino Craxi. Alto dirigente delle Nazioni Unite tra la fine degli anni '80 e gli inizi degli anni '90, ha partecipato alla stesura del Piano debito, alla proposta ONU di ricostruzione del Libano ed a missioni di pace per il Corno d'Africa. Ritornando al suo ultimo lavoro, Giuseppe Scanni, affronta i più significativi temi di geopolitica e di geoeconomia che oggi caratterizzano l’attuale realtà internazionale e propone, al contempo, una road map con le tappe salienti della rete delle complesse e molteplici relazioni tra i popoli. Il lettore inizia un viaggio che, seguendo una chiave di lettura coerente con la storia europea, si muove nella complessa realtà internazionale della nostra epoca “liquida”, attraverso una rigorosa ricerca tra fonti di prima mano e la più aggiornata bibliografia specialistica. L’autore propone un percorso ragionato attraverso l’immaterialità di quel mix di cultura, religione, tradizioni e costumi che, insieme agli elementi tipici dell’azione politica ( fame, sviluppo, territorio ecc.) sono propri della reale della vita dei popoli e creano l’appartenenza ad una civiltà. Alla fine della “guerra fredda”, dominata dallo scontro delle ideologie, è subentrata una nuova epoca, nella quale accanto ad una contrapposizione tra Nord e Sud del mondo, tra un Nord ricco e un Sud dominato da fame e miseria, secondo la vulgata cara alle ideologie dei no global e agli eredi delle visioni terzomondiste, è subentrato “un panorama molto più sfumato, variegato, complesso”, dove il pericolo dell’omologazione, prodotto dalla globalizzazione, ha provocato negli uomini e nei popoli una forte “incertezza identitaria”. Nel nuovo scenario della storia umana, i conflitti provocati in nome dell’identità, riguardanti soprattutto il territorio, l’etnia, la religione, la lingua, il senso di appartenenza possono assumere le forme più diverse: dalla realtà sociale intesa quale “piccola patria”, che al più “aspira ad essere indipendente” anche in consapevoli forme di convivenza accanto ed insieme ad altre “piccole patrie”, a forme estremizzate di rifiuto del diverso, attraverso il razzismo, l’integralismo fanatico e il terrorismo, che puntano all’eliminazione dell’altro, inteso come nemico. È indubbio che il governo di una realtà internazionale così frammentata e composita è in sé estremamente difficile. Il mondo da “bipolare” che era diventò prima “unipolare”, nel senso che l’unica potenza rimasta, per capacità militari, economiche, politiche, gli Stati Uniti d’America, cercarono di esercitare un’egemonia a livello planetario, prevenendo con calibrato dosaggio di hard e soft power le crisi, stemperando le tensioni, portando pace e prosperità in una sorta di riedizione della pax augustea della Roma del I secolo dell’era cristiana. Ma, da che mondo è mondo, una sola potenza non può sostenere da sola la responsabilità di mantenere la pace e la stabilità del mondo. Lucia Vagliviello

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