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25 Ottobre 2007 08:16

6 ANNI e 4 MESI

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di Doriana Goracci

6 anni e 4 mesi non è una condanna, è il tempo trascorso da quando andai a Genova. Arrivai che pioveva, io e altri cinque, loro avevano tutti meno di diciotto anni. Non avevo ben chiara la ragione del mio essere là, se non che dovevo proteggere quella testa riccioluta di mia figlia, che voleva un altro mondo possibile come i suoi compagni, che divennero anche miei nel viaggio verso l'illegalità, dove tutto fu davvero possibile. Ho già raccontato varie volte la nostra versione , non fosse altro perchè ci stavamo. Molti nel tempo hanno dovuto farsene una ragione del mio esserci con la scrittura e la presenza, nelle piazze e sul territorio, a reclamare libertà e giustizia, nei fatti e per la parola. Oggi non lavoro più, sono andata in pensione: allora, 6 anni e 4 mesi fa, chiesi dei giorni di ferie. Oggi ho più tempo per leggere e leggo delle condanne richieste per gli inquisiti di quei giorni al G8. Sono di una violenza inaudita, come lo furono quelle giornate e come continuano ad essere questi giorni che chiamano di pace. La nostra salute cerca anticorpi al veleno, il nostro corpo reclama non solo aria pulita. Rimane fame e sete di giustizia, quella che non ci può dare nessun buon governo, nessuna casa delle libertà per loro, di quelli che la abitano quella lussuosa casa, a spese nostre. Allora , in quei giorni,con la destra al governo, invano venne chiamata in piazza la sinistra, quella grande, quella che porta sempre centinaia di migliaia in piazza senza che succeda niente, l'Italia dei buoni e dei moderati. Eh si, mi sono ritrovata, chi me lo avesse detto, ad essere non più una che difende la figlia e i suoi amici, ma una che deve difendersi, una definita noglobal: che non vuol dire niente. Potrebbe avere un significato e una sua veridicità se questo significasse che non vorrei muri, confini e barriere, che non vorrei recinti e contenitori, steccati e divisioni tra me cittadina-donna e il resto del mondo. Intanto leggo di questa manciata di 225 anni da spargere tra i 25 imputati di saccheggio e devastazione. Le pene dovranno essere esemplari, perchè non si ripeta mai più e da nessuna parte, quello che è accaduto a Genova. La violenza legalizzata, la violenza che è guerra, sopraffazione, stupro, saccheggio delle speranze dei giovani e dei più deboli e dei migranti , continua la sua marcia e veste i colori della sicurezza e legalità, non solo nel nostro paese ma nel mondo. E' un massacro globale che opprime, che trova sempre nuove strade e antiche pratiche: il rito della repressione annuncia con forza la sua rinnovata creatività e premia sacerdoti e sacerdotesse che lo officiano in nome della severità e del controllo. Per la pace di tutti. Doriana Goracci ___ http://reset.netsons.org/modules/news/article.php?storyid=962

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