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4 Dicembre 2006 19:38

Preghiamo per Pinochet - di Patrizia Verdugo

2837 visualizzazioni - 5 commenti

di Patricia Verdugo

(Scrittrice cilena. È appena uscito il suo ultimo libro "Gli artigli del puma") Chi sta pregando perché Pinochet non muoia ? Pregano i familiari e le persone che lo chiamano < el tata > e lo ammirano come < soldato coraggioso >. Sono gli stessi che sono andati a far festa davanti alla sua casa il giorno del compleanno numero 91. Applausi quando Pinochet ha fatto sapere, attraverso la voce della moglie, di assumersi < la responsabilità politica di quanto è accaduto in Cile >. Pregano anche le famiglie delle vittime e ogni cileno che solidarizza con la causa dei diritti umani. Sembra strano, ma è così. Perché la morte di Pinochet fermerebbe tutti i processi con sigillo lapidario: < sospesi indefinitivamente per la scomparsa dell?imputato, articolo 93 del codice penale >. Se Pinochet muore senza nemmeno una condanna ? sia per i delitti che per la corruzione ? si stabilisce un principio che segnerà il Cile per sempre: l?incapacità nazionale di fare giustizia. Prendiamone nota. La transizione cilena ha pagato un prezzo: l?impunità di Pinochet. Solo a queste condizioni il dittatore ha passato la fascia presidenziale a Patricio Aylwin, l? 11 marzo 1990, restando altri otto anni comandante dell?esercito. Con la chiave degli arsenali in tasca, ha impedito ogni inchiesta giudiziaria sulla sua persona e sui peccati di famiglia. Dopo otto anni di impunità ha cambiato uniforme per convertirsi in senatore a vita. Sarebbe ancora al senato, non sfiorato dalla curiosità delle indagini, se non fosse intervenuta la giustizia spagnola: 500 giorni di arresti a Londra. Il Cile ha invocato il diritto a giudicarlo ottenendone il rimpatrio < per ragioni di compassione >: la sua fragile salute le ispirava. Fragilità evaporata appena mette piede in terra cilena nella famosa scena dell?aeroporto quando abbandona la carrozzella e cammina agitando il bastone verso l?abbraccio di militari e familiari che l?aspettano. L?impunità segue il suo corso. Quando le prove a carico diventano incontrovertibili nel caso della Carovana della Morte, le corti lo dichiarano demente. Era il 2001. Sospensione indefinita dei processi per debolezza mentale dell?imputato. Ancora una volta è stata una mano straniera a rimettere a posto le cose. Il senato degli Stati Uniti rivela i suoi conti segreti nel 2004, conti nei quali Pinochet decide movimenti milionari spostando capitali con lucidità collaudata. La scoperta obbliga le corti a dichiararlo nuovamente < in grado di sopportare un processo >. Siamo in Cile, deve essere giudicato per aver ordinato l?uccisione di chi non era d?accordo e per corruzione. Ma nessun giudice se l?è sentita di condannarlo. Per tante persone la morte di Pinochet sarebbe un bel regalo, soprattutto per i magistrati che hanno la patata bollente in mano. Anche la destra politica ha voglia di liberarsi della sua ingombrante eredità per provare ad arrivare al potere nelle elezioni 2009. Tra chi prega perché Pinochet continui a vivere, prega anche i partiti del governo di risolvere la sua impresentabile impunità in modo rapido e facile, come è regola in ogni paese civile.

COMMENTI

11 Dicembre 2006 13:39

Ho avuto la opportunità di conoscere personalmente Pinochet in Chile in occasione di una missione economica italiana. Durante il colloquio avuto con lui mi ha impressionato molto il suo sguardo freddo. E' vero,la morte toglie al Cile la possibilità di fare giustizia. Ma rimane la storia e ad essa dobbiamo affidarci per chiudere definitivamente un periodo buio di quello straordinario paese.

Giuseppe

9 Dicembre 2006 21:51

a qulcuno non faceva tanto schifo... http://www.despiertachile.cl/2003/ene2003/Recordemos/recordemos.html Mi scuso in anticipo con qulacuno a cui sembra superfluo ricordarlo, ma quel "chi prega per Pinochet" mi ha fatto venire in mente questo.

e

7 Dicembre 2006 17:33

Nel periodo del golpe in Cile ho ospitato per un breve periodo una bimba di 4 o 5 anni che era fuggita con il padrer e la madre dal Cile per sfuggire alla caccia all'uomo scatenata dai Carabineros di Pinochet. Avevamo deciso di ospitarla a casa mia perchè avevo due figlie sue coetanee con cui giocava durante il giorno. Ricordo ancora con angoscia le sue urla durante lanotte e i suoifrequenti risvegli angosciati al grido di "fashistas " e "carabineros" suscitati da chissà quale traumatico ricordo. Si chiamava Morena e non so che fine ha fatto. Chissà cosa pensa Morena della morte dell'infame dittatore ladro di democrazia e di galline?

candide

6 Dicembre 2006 23:15

soltanto justicia verdad y condena al dictador...si debbe sapere la verita...giustizia ed condennare al dittatore Pinochet saluti jaime

jaime svart

6 Dicembre 2006 19:06

scusate tutti ma non riesco a trovare parole adeguate a descrivere lo schifo che mi fa questo essere e la sua storia , vorrei urlarlo in qualche modo , ma non ci riesco......

enzo terzulli

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