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20 Febbraio 2006 16:32

GIALLO MUSICALE

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di Luigi Boschi

Si tagliano i fondi dello spettacolo, ma non per Parma, che gode dei benefici dell'Authority attraverso la generosità anche di ARCUS spa. Grazie all'abbondanza di danaro corrente, la città diviene luogo di transito, attraverso lo spettacolo, di risorse collettive che trovano poi altre destinazioni. L'illusione di ricchezza della società dello spettacolo! Le istituzioni di Parma -la Fondazione Toscanini e il Teatro Regio- possono permettersi artisti di altissimo livello, invogliati soprattutto dai compensi stratosferici, tutti gestiti tramite i servizi di un personaggio noto alle cronache: l'agente monegasco Valentin Proczynski, molto vicino a Meli e Baratta. "Non è mia competenza controllare il suo operato", rispose Meli, seccato, alla mia domanda -perché un sovrintendente si prestasse a queste operazioni elusorie- in occasione della sua ufficializzazione a sovrintendente del Teatro Regio. E così dicendo i sovrintendenti sono divenuti commercianti. Almeno sappiamo di cosa si tratta. Vero maestro Meli! I compensi degli artisti di Valentin sono cresciuti a dismisura: un caso su tutti quello di Yuri Temirkanov che ha recentemente lasciato la sua rappresentante italiana e, passato ai servizi di Proczynski, a Parma, ha contratti da 45.000 Euro al colpo. Ma ora, forse, dovranno essere rivisti, se si vuole accedere ai fondi pubblici, in funzione del decreto legge che ha posto limiti ai compensi, definito nuove tabelle, un cosidetto "cachettario" in vigore dal 1° luglio 2006. Le gestioni allegre praticate e affidate a consenzienti sovrintendenti (esempi: Meli a Cagliari, Baratta a Parma) dovrebbero forse essere ridimensionate. "Non si può lasciare a una persona sola la responsabilità della gestione di budget così rilevanti" sembra abbia detto Roi, nuovo presidente della Fondazione Toscanini, che ha dato maggior peso decisionale al Consiglio di Amministrazione attraverso la revisione dello statuto e, guarda caso, il nuovo consiglio, non ha rinnovato l'incarico di sovrintendente a Baratta, rimasto solo direttore generale della Filarmonica. Dove reperirà l'ex sovrintendente le risorse per gli impegni programmati e per una progettualità futura? Basteranno le sponsorizzazioni private? Cosa combineranno Gianni e Valentin? Scriveranno un libro? Andrebbe a ruba!! Che non vi fosse chiarezza e trasparenza nei bilanci della Toscanini era cosa nota. Le nomine dei nuovi Consiglieri ne sono la conferma! I cachet Mazeliani han fatto storia! Così pure il fatto che i componenti del complesso stabile, per mezzo del quale la Fondazione percepisce i fondi, sono estromessi dalla Filarmonica. I fondi del Fus però sono stati usati per la gestione della Filarmonica? Mah! La Filarmonica della Scala, che opera in autonomia, è formata dagli stessi professori che compongono l'orchestra della Scala, con solo eventuali integrazioni. Come mai a Parma si è assunto questo metodo? Tre orchestre gestite a chiamata: l'Orchestra del Regio attraverso una cooperativa, la Filarmonica a gettone o contratti a progetto, la Cherubini a rimborso spese. L?Orchestra del Teatro Regio è impropriamente così chiamata, in quanto, di fatto, cooperativa "Parma Opera Ensemble" gestita dal clarinettista Sergio Pellegrini. Cooperativa che sembra operi in modo disinvolto nella remunerazione dei professori d'orchestra risparmiando sui versamenti previdenziali per tutte le prove e limitandoli alle sole giornate di spettacolo. E c'è chi vorrebbe che il Teatro Regio possa divenire Ente senza Orchestra, senza Corpo di ballo, senza Coro stabili: forse per altri requisiti! La Cherubini, diretta da Muti, è di fatto un corso di formazione e si avvale di giovani musicisti diplomati che effettuano gli spettacoli a rimborso spese. Ma Muti via Proczynski quanto viene remunerato? Solo rimborso spese? Come viene sostenuta economicamente? Quali e quanti fondi della Comunità Europea vengono percepiti attraverso questa orchestra? La Fondazione ovviamente non lesina sulle spese per l'oneroso affitto della vasta sede a Palazzo Marchi: è giustificato, per le sole attività amministrative della Toscanini, mentre l'Orchestra effettua le prove in spazi inadeguati? Numerosi sembra siano stati i patteggiamenti per cause di lavoro con esborso economico. Intrecci singolari: l'avv Petronio legale della CGL è anche legale della Fondazione Toscanini. Possiamo immaginare i pareri che il sindacato può dare ai componenti dell'orchestra per rimostranze o possibili vertenze di lavoro. Come poi possano sentirsi garantiti dalla segretezza!! Nell'altro sindacato, la CISL, Italo Fiorani, che denunciò una situazione di mobbing all'interno della Fondazione, è stato promosso(!!) al settore trasporti. Ma torniamo ai fondi. Chi gestisce oggi i soldi di ARCUS? Quali sono i criteri? E perché i fondi sono erogati sempre a istituzioni che sembrano fare affari esclusivamente col monegasco Proczynski e coi suoi prestanome? Forse che questi "sistemi musicali" producono "detriti" in quantità tale da necessitare di un complesso sistema di smaltimento? Vi sono alcune oasi in cui, nonostante i tagli al mondo dello spettacolo, il denaro scorre a fiumi ... oltre al caso di Parma, finanziamento speciale di 10 milioni di euro in tre anni per la "Fondazione Parma Capitale della Musica", non da meno è Siracusa che per l'INDA (Istituto per il Dramma Antico) si è vista assegnare un fondo straordinario di 1,8 milioni di Euro per ripianare i debiti accumulati in un solo anno della gestione di Angela Spocci (già nota alla cronache di Parma come Direttrice del Teatro Regio), ingenti poi i finanziamenti di Bari per la neonata Fondazione Petruzzelli e Teatri che ha messo in piedi una stagione sinfonica degna di una grande capitale europea: Maazel, Gergiev, Muti, Temirkanov. Una città, tra l'altro, priva di un adeguato spazio sinfonico cosicché, questi maestri del cachet, saranno costretti a suonare in piazze, vicoli e ... all'Auditorium della Guardia di Finanza... non ancora a conoscenza del noto giro finanziario!? Nella riunione dei Sovrintendenti (ANFOLS: Asociazione Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche), che si è svolta a Roma, si è discusso non solo di queste stravaganze economiche, ma si è pure presa posizione comune nei confronti dei tagli previsti dalla Finanziaria 2006 che sono stati confermati in Consiglio dei Ministri e che prevedono per il prossimo anno un FUS assestato a 375 milioni di Euro. E' palese ora la strategia ben architettata per sottrarre fondi pubblici al controllo di commissioni collegiali (come quella che gestisce i fondi del FUS), per arricchire, invece, a dismisura, un recipiente finanziario, gestito in maniera discrezionale, come la società ARCUS. Proprio nel giugno scorso infatti un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per i Beni e le Attività culturali, prevedeva l'innalzamento dal 3 al 5 per cento della quota destinata ai beni culturali dagli investimenti infrastrutturali collegati alla legge obiettivo. "Grazie a questa norma -dichiarava l'allora Ministro Urbani- e grazie all'ampliamento delle somme destinate alla legge obiettivo deliberate dall'ultimo CIPE, i fondi a disposizione di Arcus, società per lo Sviluppo di Arte Cultura e Spettacolo, raddoppieranno. È un risultato importante che consente di smentire tutti coloro che hanno affermato che questo governo ha tagliato i fondi per la cultura". Ecco allora spiegato l'arcano: i fondi per la cultura non diminuiscono, sono solo assegnati secondo nuove e sofisticate formule tali che la loro gestione sfugga al controllo delle commissioni e diventi un affare discrezionale. Istituita con legge 291 del 16 Ottobre 2003, la società ARCUS gode di un invidiabile regime: "nutrita" con una percentuale (passata come abbiamo visto dal 3% al 5%) dei fondi destinati alle infrastrutture della cosiddetta "Legge Obiettivo", prevede però una gestione praticamente privatistica, affidata fino a pochi mesi fa a Mario Ciaccia, potente Capo di Gabinetto del Ministro Urbani, estromesso da Buttiglione, oggi divenuto alto dirigente di Banca Intesa, in seno alla quale è tornato, come Amministratore Delegato della nuova Divisione di Banca Intesa deputata agli "affari" con la Cosa Pubblica. Insomma, un intreccio interessante... Qualche volonteroso preposto per funzione pubblica vorrebbe indagare e informarci sugli "affaire musicali", i loro intrecci e conflitti professionali, se non di interesse? Ne va' della credibilità della cultura italiana! (Parma, 19 febbraio 2006) luigi.boschi@libero.it

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