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3 Febbraio 2023 18:00

Fara e Mo sposi

60 visualizzazioni - 0 commenti

di Paolo Farinella, prete


UN MATRIMONIO ANTICO E PROFETICO
   Domenica 29 gennaio 2023, come preannunciato MO e FARA, amici carissimi di San Torpete, circondati da amici e con le loro rispettive famiglie, papà, mamme e sorelle e fratelli dall'Iran, in collegamento video, via Meet, hanno celebrato il loro matrimonio.
   MO e FARA hanno inaugurato Palazzo Imperiale (sec. XVI), iscritto ai Rolli dell'antica Repubblica di Genova, che il Comune ha elevato a sede permanente dei matrimoni civili.
   Abbiamo accolto l'invito del Dott. Raoul Bollani, amico grande e «Maestro di eleganza» (come dicevano i latini) che ha preparato un «luogo» in cui a tutti è venuta la voglia di risposarsi. Hanno detto tutti che nessuno si è annoiato, ma tutti hanno goduto tutto perché ogni cosa è stata fatta, non solo col cuore, ma anche con intelligenza.
Con gli Sposi e Raoul abbiamo concordato che atti e gesti dovevano svolgersi nel segno della Bellezza più bella, ma nel contesto di una austerità vera: nulla di finto, nulla da dimostrare. 
   Il pranzo è stato pensato su misura e in porzioni adeguate, in base al criterio che nulla doveva essere buttato via perché sarebbe stato un insulto ai poveri e alle vittime delle guerre, specie in un tempo in cui i poveri aumentano a dismisura.
   Era giusto fare festa e farla bene e con solenne eleganza, perché MO e FARA si sarebbero sposati senza le loro famiglie, impossibilitate ad essere presenti per motivi geopolitici e anche economici.
   Il grande amico Raoul ha risolto il problema, realizzando un collegamento video che ha permesso alle due famiglie e ai parenti di assistere alla celebrazione da diverse città del loro Paese. Emozioni là e qua e gli sposini felici di poter vedere mamma, papà, fratelli e sorelle. Solo per questo, sarebbe valsa la pena fare ogni sforzo.  MO e FARA ci hanno insegnato quale deve essere la via dell'incontro tra i popoli e tra le persone. Noi abbiamo vissuto il loro matrimonio come fosse di nostri familiari e loro hanno sperimentato e si sono sentiti parte viva e integrante di noi e del nostro Paese.
   Anche i giornali locali si sono interessati al matrimonio, ma con il loro difetto più greve che diventa anche colpa (senza generalizzare e non generalizzo): i quotidiani non sono più «servi della notizia», privilegio riservato a pochi, ma ricercatori ossessivi dello «scoop» in concorrenza con i «social network», mettendo in evidenza banalità, senza essere capaci di cogliere il messaggio potente che veniva alla città, all'Italia e al mondo da questo matrimonio civile, celebrato da un prete in fascia tricolore per dire al mondo che differenze e confini sono sorpassati.
   Nel mondo che ama definirsi «globale» e in una Chiesa qualificata come «cattolica», cioè «universale», differenze e confini sono segni di definizione dell'unità del genere umano.
   Ciò che distingue è la capacità di riconoscere nell'altro, chiunque sia, la parte che ci manca e che abbiamo trovato. Il matrimonio è una Alleanza, cioè un intreccio di volontà, di cuori, di intelligenze e disponibilità a vivere e lavorare insieme, sapendo che le diversità possono creare l'unità. Sempre.
   Grazie a MO e FARA per il grande regalo che hanno fatto a noi e a tutti gli amici ci hanno seguito e che tramite San Torpete e l'Associazione Ludovica Robotti, mantengono e manteniamo rapporti di vita e di condivisione.
Una precisazione. Alcuni si sono meravigliati che io abbia celebrato un matrimonio civile. Questa meraviglia è figlia di ignoranza: tutte le volte che io celebro in chiesa un matrimonio concordatario, riconosciuto cioè dallo Stato italiano come matrimonio con validi effetti civili, Paolo prete è, non solo celebrante religioso, ma anche Ufficiale di Stato Civile che rappresenta il sindaco «pro tempore».
   I Giornali hanno scritto: «deposta la tonaca, indossa la fascia per unire in matrimonio due mussulmani». Oiboh! Che notizia!!!!
   O giornalisti, volate più in alto, almeno dove osano le aquile se volete che qualcuno ancora vi legga. Voglio informare che non ho mai portato la tonaca e non la posseggo nemmeno, mi sono sempre vestito come gli uomini del mio tempo (parola di papa Onorio I che proibì ai preti francesi nel VII secolo di portare la talare). Che MO e FARA siano o non siano mussulmani è irrilevante, come essere cattolico e animista o non credente o miscredente perché qualsiasi religione può solo essere un valore aggiunto, un criterio di vita, un progetto da testimoniare, mai una discriminazione da sottolineare con gusto perverso.
   È questo il segno che ancora siamo lontani da quella Costituzione che ci obbliga ad avere pensieri, idee e comportamenti alti.  Infatti, il popolo italiano ha scelto di farsi governare dai nipoti dei fascisti che s'identificavano con la divisa e nient'altro. Mi auguro che questo matrimonio sia una svolta per tutti e ci spinga verso orizzonti inimmaginabili.
Se siamo chiusi, moriremo asfittici, se siamo liberi saremo cittadini del mondo e sapremo dare gloria a Dio, Signore, Allàh, Yhwh, Ente Supremo, ecc. ecc. che ha scelto per sé l'immensità dei cieli e non l'angusta pozzanghera della nostra esperienza.
Cliccando il bottone in fondo Reportage Matrimonio, trovate una serie di foto molto belle, di cui alcune artistiche di Giusi Lorelli, la fotografa dei Concerti di San Torpete.
   A voi distinguerle.
   Desidero condividere con voi uno dei momenti più sublimi della mia vita di prete. Paolo Farinella, prete

Ufficiale di Stato Civile Laico per un'ora e mezza
http://www.paolofarinella.eu/multimedia-archive/reportage-matrimonio-di-fara-e-mo_palazzo-imperiale-genova_29-01-2023/


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