26 Giugno
Escludiamo che qualcuno fosse tanto ingenuo da pensare che l'Ucraina potesse vincere una guerra contro una delle potenze militari mondiali. Però, che qualche anima bella potesse inizialmente illudersi di aiutare l'Ucraina a difendersi, poteva essere in qualche misura comprensibile.Tuttavia, oggi, dopo quattro mesi di guerra, di decine di migliaia di morti, di milioni di emigrati, di milioni di deportati, di decine di città distrutte, di milioni di poveri ucraini costretti a vivere per mesi nei tunnel della metropolitana, credo che a nessuna testa pensante sfugga una verità: inviare armi all'Ucraina è servito, serve e servirà solo ad innalzare il livello di scontro il cui esito finale resta comunque immutabile, quella della disfatta dell'Ucraina. In questo ha pienamente ragione il "Fatto Quotidiano" di Travaglio, secondo cui inviare armi all'Ucraina significa solo procurarle un suicidio assistito.
Nel nostro governo e parlamento c'è chi chiede di lavorare esclusivamente per l'obiettivo di portare le parti al tavolo delle trattative. Ma Draghi, rivelatosi un inimmaginabile burocrate newyorkese-bruxelliano, gioca con le parole. Ha argutamente messo al primo posto del suo mandato parlamentare l'incarico di "aiutare l'Ucraina" (con o senza armi, lo lascia decidere al duo Conte-Di Maio...), e solo in secondo luogo poi di promuovere l'incontro tra le parti belligeranti. Vedremo presto se si tratterà della frequente presa in giro della volontà popolare. Non sarebbe la prima volta che succede, agevolati oggi da "questi fantasmi" dei trattati internazionali di cui i popoli poco o nulla sanno, hanno capito o hanno deciso. Eppure ci riempiamo di continuo la bocca con parole come democrazia e libertà.
PS: anche in questa circostanza qualcuno mi ha chiesto se mi considero di sinistra o di destra. Come fatto da anni, ancora una volta mi dichiaro disposto a soddisfare simile curiosità a patto che prima mi si spieghi che cosa l'interrogante intenda per destra e per sinistra. Sono ancora in attesa di qualche risposta.