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28 Dicembre 2017 23:58

Afghanistan Pastorelli Bambini e Pasti della guerra

982 visualizzazioni - 1 commento

di doriana goracci


Non c'è giorno dell' anno che la guerra non propini pasti di morte. Da RaiNews: "Sei bambini sono rimasti uccisi per lo scoppio di una mina lungo una strada della provincia settentrionale afgana di Balkh,sei pastorelli di età comprese tra gli otto e i dieci anni. L'Afghanistan ha il più alto numero di vittime di mine nel mondo, che insieme ad altri tipi di bombe piazzate sui cigli della strada uccidono o feriscono circa 140 persone ogni mese."Dopo poco l Ansa riporta: "Almeno 40 morti e 30 feriti l'attacco portato oggi a Kabul da un kamikaze alla sede del Tabian Media Center, all'interno del quale si trovano gli uffici dell'agenzia di stampa 'Sadai Afghan' (Voce afghana). Il bilancio delle vittime, quasi tutte civili, è stato confermato ai giornalisti dal portavoce del ministero dell'Interno e da responsabili dell'ospedale Istiqlal della capitale afghana. "
Dall' Unicef: "Nel 2017 i bambini che vivono in zone di conflitto in tutto il mondo hanno subito un numero impressionante di attacchi, le parti in conflitto hanno palesemente ignorato le leggi internazionali per la protezione dei più vulnerabili.
In particolare quest'anno in Afghanistan sono stati uccisi circa 700 bambini nei primi 9 mesi dell'anno, mentre nel nord est della Nigeria e in Camerun, Boko Haram ha costretto almeno 135 bambini ad agire in attacchi bomba suicidi, un numero 5 volte più elevato rispetto al 2016. In Iraq e in Siria, i bambini sono stati usati come scudi umani, sono stati intrappolati sotto assedio, sono diventati obiettivi di cecchini e hanno vissuto intensi bombardamenti e violenze."
Era il 18 novembre del 2013 quando scrissi: "...Ho letto ora sull' Ansa che un gruppo di bambini che giocava nella provincia di Paktika (Afghanistan sud-orientale) ha urtato oggi accidentalmente una mina che è esplosa causando sette morti. Saranno volati chissà dove, come palloncini... aquiloni, non sappiamo nulla, neanche il nome e l'età, non sappiamo nulla di quello che avviene: "I bambini in Afghanistan lavorano. Anche quando giocano si portano dietro i fratelli più piccoli. Accudiscono il bestiame e lo portano al pascolo. Portano a casa il pane, l'acqua ed aiutano in casa. Raccolgono metalli da vendere. Vendono frutta, pane, uova, giornali ecc. al mercato ed aiutano la magra economia della famiglia. I bambini vanno a scuola orgogliosamente.I bambini afghani giocano con qualunque cosa e con gli aquiloni sognano di volare.
"In Afghanistan la missione di pace in guerra, è cominciata il 7 ottobre 2001 ed è ancora in corso. Enduring Freedom dovrebbe finire nel 2014, un secolo dopo l'inizio della prima Guerra Mondiale. "Dateci penne oppure i terroristi metteranno in mano alla mia generazione le armi": la frase è di Malala Yousufzai."
Nell'appello di oggi di Gino Strada si legge: "... Nelle guerre di oggi il 90% delle vittime sono civili. Una su tre è un bambino... Le vittime della guerra hanno il volto di bambini che giocavano a pallone in giardino al momento sbagliato. Hanno il volto di donne colpite mentre erano al bazar o di uomini che si sono recati al lavoro senza sapere che quel giorno sarebbero diventati un bersaglio... fai una donazione su https://sostieni.emergency.it/vittimediguerra/"
Quante volte sono state rifinanziate da tutti i governi, missioni militari in Afghanistan? Noi siamo stati complici di questa guerra, per poi dire che portavamo la pace.
Doriana Goracci
segue qui con video e foto su https://www.agoravox.it/Afghanistan-Pastorelli-Bambini-e.html


Questo l' Appello che firmai con tanti altri nel 2006
APPELLO VIA LE TRUPPE DALL'AFGHANISTAN
Dall'Afghanistan chiedono maggior impegno alle truppe italiane: noi ribadiamo il nostro NO Vorremmo, se ci consentite, dire la nostra sulla questione Afghanistan. La pace è spesso stata considerata un valore, quindi un fine, un qualcosa da raggiungere, e per cui qualsiasi mezzo è consentito. Per questo motivo esiste, nel campo militare, il motto "si vis pacem para bellum", ossia "se vuoi la pace prepara la guerra", considerando la guerra come deterrente e quindi come mezzo per raggiungere una pace.Per Gandhi e per tutti i veri pacifisti, tra cui ci sono anche io, la pace è un principio, ossia un metodo di vita, un modo di essere che naturalmente porta alla pace. Quindi vale il principio "si vis pacem, para pacem", se vuoi la pace prepara la pace. Si dice anche che si è in guerra non solo quando la guerra è in atto, ma anche quando la guerra è in potenza, ossia quando si lavora per prepararsi alla guerra. Per questo motivo noi viviamo in uno stato di perenne guerra, in quanto determinate ed istituzionalizzate parti dei nostri popoli sono addestrate per andare in guerra. dette premesse e per sintetizzare, posto come dovuto ed indiscutibile il ritiro delle nostre truppe dall'Iraq, teatro di guerra che non ci appartiene, oggi si discute se bisogna continuare a permanere in Afghanistan.Si giustifica tale presenza come necessaria ponendo la questione che gliafghani hanno bisogno del nostro aiuto non militarmente ma civilmente. Ma questo non comporta assolutamente la presenza dell'esercito in Afghanistan.Come dice Gino Strada, se gli afghani hanno bisogno di ospedali, perché mandargli carri armati?Allora, invece di mandare militari, mandiamo personale civile, medico,infermieristico, strutture mediche, esperti politici o quant'altro, ma non militari in armi.A questo punto sentiamo il dovere morale e il diritto civile di chiederea chi abbiamo eletto a rappresentarci al Parlamento e che è pacifista per principio, di non votare il rifinanziamento della missione in Afghanistan, ma a porre le basi per un finanziamento o un sostegno a quelle missioni civili già presenti, come appunto quella di Emergency.
IO VIVO IN PACE E VOGLIO LA PACE

COMMENTI

29 Dicembre 2017 09:49

brava  doriana,  non  fa  una  grinza ... il  tempo  ci  migliora ( ma  ci  invecchia),  buon  2018

pier

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