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14 Dicembre 2011 00:56

Si chiamavano Samb Modou 40 anni e Diop Mor 54 anni

3859 visualizzazioni - 1 commento

di Doriana Goracci

Prego chi mi legge di inoltrare, così tanto per sapere che non sempre dal letame nascono i fiori, come diceva un’ indimenticabile canzone di Fabrizio De Andrè e che il silenzio non è d’oro, è una malattia. Era una conclusione di un articolo che scrissi nel 2007, oggi mi è tornato alla mente per questo, e se potete seguitemi: “Si è sparato Gianluca Casseri l’uomo che ha ucciso 2 senegalesi e  ne ha feriti tre,  alla periferia di Firenze,  poi ha sparato ad altri due in San Lorenzo prima di fare fuoco contro se stesso. 50 anni, pistoiese, Casseri era nato ed aveva vissuto a lungo a Ciriegio, un paese sulla montagna pistoiese poi si era trasferito a Firenze.Era scrittore appassionato di fantasy,simpatizzante di estrema destra. Per il presidente della Regione Rossi il gesto sembra avere analogie con la strage di Oslo.”
Queste righe le ho lette sull’Ansa. Sfogo di una cittadina senegalese e racconto dei fatti. Da un cittadino fiorentino

Sul Messaggero invece si aggiungono altri particolari, come questo: “… Dopo la prima sparatoria un gruppo di circa 250 senegalesi ha improvvisato un corteo partito da piazza Dalmazia, il luogo del duplice omicidio. Attimi di tensione e rabbia, con motorini buttati a terra a calci, cori contro l’«Italia Razzista» e i «Maledetti italiani». Poi il gruppo di manifestanti ha raggiunto la prefettura e un esponente della comunità, Pap Diaw, è stato ricevuto dal prefetto Paolo Padoin, raggiunto poco dopo anche dal sindaco, Matteo Renzi, e dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Il corteo si è poi spostato davanti al Duomo di Firenze, dove è in corso una sorta di presidio.
Estrema destra shock sul web. Intanto sul web c’è chi inneggia alla violenza e rende «onore e rispetto» a Gianluca Casseri. L’uomo, che faceva il ragioniere ma aveva una passione per il genere Fantasy e nutriva simpatia per le teorie neonaziste e negazioniste, viene celebrato sul sito di estrema destra Stormfront.org.”
Su un giornale on line, Pontifex  , per il quale  bisogna essere dotati come tutti i bravi fedeli, di  uno stomaco con chili di peli sopra, leggo oggi:  ROBERTO FIORE: LA CHIESA SIA MILITANTE E COMBATTENTE, COME PRIMA. PERCHE’ PAGARE IL DEBITO PUBBLICO?
Sapete chi è questo signore intervistato da una Volpe? cominciamo col dire che andando su wikipedia c’è scritto: “Attenzione: questa pagina è stata oscurata e bloccata a scopo cautelativo a seguito di minaccia di azioni legali. Verrà eventualmente ripristinata alla fine della vicenda che la riguarda.”
Nella pagina wikipedia omologa in inglese, l’ automatica traduzione letterale e che non correggo, è questa: “Roberto Fiore (nato il 15 aprile 1959 in Roma ) è un italiano nazionalista politico e membro fondatore del Parlamento europeo e terza posizione (Terza Posizione), movimento che è contro sia il comunismo e il capitalismo. Egli è il leader del nazionalista italiano e neo-fascista dell’organizzazione Forza Nuova. Durante il 1980 Roberto Fiore trascorso qualche tempo nel Regno Unito , dove è stato presunto dal antifascista rivista Searchlight che stava lavorando per il Secret Intelligence Service . [Questo è stato anche affermato dalla espresso Domenica, nel 2000, citando una fonte all'interno dell'MI5 . Fiore ha negato qualsiasi collegamento ai servizi segreti britannici. [2] L’affermazione che ha lavorato per l’MI6 è stato anche fatto al punto 2.12.11 del rapporto redatto a nome della commissione parlamentare d’inchiesta sul razzismo e la xenofobia, 1991 (La Ford la versione in lingua inglese di questo rapporto è 11Mb grande mentre le altre versioni linguistiche sono solo 3Mb. Esecuzione di una “taglia e incolla” esercizio del paragrafo in questione mostra una qualche forma di cifratura si è verificato che impedisce di fatto una ricerca effettuata sul contenuto del documento . (come il 3 Dicembre 2011) In Inghilterra, Fiore è diventato un amico di Nick Griffin e conseguente partenza Griffin dal Fronte nazionale che ha contribuito a organizzare la posizione Terza Internazionale , diventando uno dei membri fondatori. Fiore aveva legami con il filosofo tradizionalista Julius Evola e ha scritto su argomenti come tradizionalismo e la terza posizione. Nel 1986, grazie alla loro amicizia con Nick Griffin e altri attivisti di estrema destra, Roberto Fiore e Massimo Morsello è riuscito a trovare “Meeting Point”, che fu poi ribattezzata ” Easy London “. Easy London è una società che aiuta i giovani studenti e lavoratori vivono e lavorano a Londra, fornendo posti di lavoro, letti e contratti. Fiore associazione con Londra è rimasto come, nell’agosto 2007, è diventato amministratore unico di CL di lingua inglese, un collegio per gli studenti stranieri nella zona ovest della città. Egli è anche il regista di “Euro Agency UK ltd”, una proprietà agenzia di locazione. I contabili di questa società sono Jean e Edgar Griffin, i genitori di Nick Griffin. Fiore ha fatto ritorno in Italia ed è attivo in politica come leader del nazionalista Forza Nuova, partito (un gruppo ha co-fondato con Morsello), uno degli elementi costitutivi di Alternativa Sociale , alleata nella Casa delle Libertà per la politica del 2006 elezioni in Italia. Nel 2008 entra a far parte in qualità di relatore sul identitaria Nordic Festival (Nordiska festivalen) in Svezia, dove ha parlato di identità europea e di unità. Ha partecipato a Budapest il 23 ottobre 2008 alle commemorazioni di insurrezione ungherese contro il comunismo nel 1956, su invito del ungherese radicale nazionalista HVIM movimento. Ha anche preso il seggio al Parlamento europeo liberate entro le ore Alessandra Mussolini . Nel 2009 ha tenuto un discorso presso il British National Party Festival ‘s annuale Red White & Blue. Nel marzo 2011 ha guidato le manifestazioni di Forza Nuova contro la recente ondata di immigrati clandestini sull’isola di Lampedusa , che aveva lasciato gli isolani in inferiorità numerica, affermando ad una folla di persone che: “I locali sono ora ci chiedono di proteggere le spiagge, e se il governo continua a fallire nel suo dovere di proteggere il popolo, e anche l’integrità territoriale di Italia e d’Europa, prenderemo questa sfida “.

Il 13 novembre del 2007 , quando ancora non era diventato europarlamentare, scrissi Un Fiore sulla Cassia: forza nuova o antica? e se volete ve lo andate a leggere: http://www.ildialogo.org/elezioni/dibattito/fiore13112007.htm.  Per tornare alla news di oggi: “Non ci dite che era un pazzo, perché se lo fosse stato avrebbe ucciso sia neri che bianchi….“. Così reagiscono alcuni dei senegalesi che si trovano in piazza San Lorenzo, dove Gianluca Casseri ha sparato a due loro connazionali, ferendoli, per poi uccidersi. Nessuno di loro ha tuttavia dato segni di rabbia e tutti sono calmi. Sul posto anche l’assessore comunale Massimo Mattei che li ha rassicurati: “Siamo tutti con voi”. C’é anche il console onorario del Senegal, Erando Stefani: “C’é smarrimento e tanto dolore ma occorre andare avanti con l’uso della ragione”.Sono circa cinque-seicento i senegalesi che partecipano ad una specie di presidio spontaneo in piazza del Duomo a Firenze. Sono le persone che hanno partecipato al corteo che ha raggiunto la prefettura e altri connazionali che si trovavano nei pressi del mercato di San Lorenzo, dove Gianluca Casseri si è suicidato dopo aver ucciso due extracomunitari e feriti tre. La situazione è tranquilla: i senegalesi parlano tra loro e ogni tanto qualcuno si issa sulla balaustra che circonda il Battistero per un breve comizio. Così ha fatto anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che, tradotto da un senegalese, ha detto loro “Tutta la Toscana è con voi se manifestate pacificamente. Era doveroso essere qui – ha aggiunto – vi porto la solidaretà di tutta la Toscana”. Al presidio spontaneo sono presenti anche alcuni gruppi antagonisti. Prima che i senegalesi si trovassero in piazza Duomo il loro corteo si era diretto anche verso piazza Signoria. Durante l’avvicinamento al Duomo ci sono stati due episodi di tensione: una decina di senegalesi hanno circondato un fotoreporter e gli hanno portato via due macchine fotografiche, mentre alcuni ragazzi italiani se la sono presa con un cameraman buttandogli addosso dell’acqua che ha bagnato la sua videocamera.”

Che rognetta  quella degli schiavi in rivolta… Ora è Natale, siamo tutti buoni, la notizia passerà in fretta sottoterra. I due senegalesi morti non hanno ancora un nome?

Alle 22 lo apprendo: vero Itaglia? Si chiamavano Samb Modou 40 anni  e  Diop Mor  54 anni. La rognetta di un’ Italia razzista e nazifascista. 

Doriana Goracci

EFRI’QYA

http://www.reset-italia.net/2011/12/13/rognetta-italia-razzista-nazifascista-firenze/

COMMENTI

16 Dicembre 2011 15:21

Ho letto ora un articolo di Baruda e ritengo molto importante copiarvene buona parte.Con l’occasione ringrazio per la vostra partecipazione straordinaria, tutte e tutti. non scordiamoci e rimaniamo umani…e chi può usi il PASSAPAROLA

http://www.reset-italia.net/2011/12/13/rognetta-italia-razzista-nazifascista-firenze/#comment-14862

Appuntamento a Firenze sabato 17 dicembre alle ore 15, partenza da Piazza Dalmazia, arrivo Piazza Santa Maria Novella.
Per adesioni: @gmail.com">perMorperModou@gmail.com.
*Coordinamento Regionale dei Senegalesi in Toscana

” Vi giro con piacere e dolore queste righe, scritte da Khadidiatou Sonko, sul quotidiano senegalese Walf Grand Place, due giorni fa.
Poche righe che ci danno la possibilità di capire, anche solo vagamente cosa sono le vite di queste persone, che arrivano qui in modi assurdi (quando arrivano) per poi vivere nell’esclusione sociale, sottoposti alle nostre leggi sui migranti che li rendono rei, colpevoli di muoversi…

“Son 13 anni che non ho più visto mio marito”

Il dramma di Firenze dove un militante di estrema destra ha aperto il fuoco su degli emigrati senegalesi ha seppellito tutti i sogni di Kene Mbengue, vedova di Modou Samb. Questo emigrato, ucciso l’altro ieri, non avrà mai più l’opportunità di rivedere sua figlia nata dopo la sua partenza per l’avventura e che oggi ha 13 anni.
Quando suo marito la lasciò nel 1999 per andare a provare l’avventura in Europa, Kene Mbengue era incinta di 3 mesi. è dopo la partenza di suo marito Modou Samb che ha dato alla luce una figlia che oggi ha 13 anni. Solo che Kene non ha più visto suo marito. E sua figlia non avrà mai l’opportunità di assaporare il piacere di sedersi sulle gambe del suo papà. Modou Samb è stato ucciso l’altro ieri da un razzista folle che ha aperto il fuoco su degli emigrati senegalesi a Firenze in Italia. Modou Samb é infatti uno dei Senegalesi ucciso da un certo Gianluca Casseri che si è, tra l’altro, dato la morte. Kene Mbengue e la sua famiglia, che aspettavano con impazienza il ritorno di Modou, vivono nel dolore da martedì.

Nato a Mont-Rolland, località situata a 17 km al nord di Thies, Modou Samb era un sostegno per la famiglia. La sua morte è una pesante perdita per la sua famiglia, ma anche per i suoi amici. Raggiunta al telefono grazie a un fratellastro del suo defunto marito, la vedova di Modou Samb, ancora in lacrime, racconta come ha saputo della triste notizia. Kene Mbengue: “è uno dei suoi amici che mi ha chiamato per dirmelo. all’inizio, credevo che fosse per dirmi che mio marito non aveva spedito dei soldi”. Ma, Kene, che aspettava un invio di denaro apprende la più triste delle notizie. “Ma, a mia sorpresa, mi ha detto che mio marito era morto”, piangendo alla cornetta. Secondo la vedova, erano almeno 13 anni che non vedeva suo marito. “L’ultima volta che l’ho visto è stato nel 1999. Ci eravamo appena sposati. Dopo soltanto tre mesi di vita coniugale, è partito in Italia. Non è mai tornato”, confida Kene Mbengue, con una pena che si sente forte nella voce. Ha una sola figlia con suo marito. Ora ha 13 anni. Nonostante il dolore, Kene testimonia: “Mio marito era un buon sposo che si occupava bene della sua famiglia e che ci chiamava sempre. E ci spediva regolarmente dei soldi”.
Amico d’infanzia di Modou Samb, Moussa Faye, poliziotto a Malick Sy, continua nello stesso senso. “Modou Samb era un buon amico. L’ho visto l’anno scorso durante le mie ferie. Ero partito in Italia. Si preoccupava constantemente della sua famiglia, voleva il meglio per loro. è una perdita enorme per noi”.
http://baruda.net/2011/12/16/strage-razzista-a-firenze-unintervista-alla-vedova-di-modou/

Doriana Goracci

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