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30 Novembre 2010 21:46

HANNO PICCHIATO ANCHE OGGI

1977 visualizzazioni - 8 commenti

di NADiRinforma

 Hanno picchiato anche oggi. Che potevamo fare. Dovevamo obbedire. Faccio parte della Polizia di Stato. Si, anch’io ho una figlia all’università che protestava. Mi sono messo in malattia. Non c’ero.  Ho protestato anch’io.

Hanno picchiato anche oggi. Ma non dovevamo fare male. Fare finta, come nei film. Caricare e adagiare il manganello. Sei feriti. “Per Bacco!!!”.

Anche mio figlio c’era oggi e non potevo chiedere malattia. Che orrore, mi ha visto. Il kefiah !!! Noi, in famiglia, siamo comunisti.

Io ho sempre adorato il corpo di Polizia.

Gli ho mandato messaggi per spostarsi, per evitargli il casino.

Sono rimasto fermo. Il mio superiore lo sa. Ho visto ragazzi che ci credono. Ho visto ragazzi che lo fanno solo per moda.

Ho visto altri ragazzi che sperano davvero che il 14 dicembre, Berlusconi si dimetta. Ma si sa, si faranno operazioni al naso, lifting, mal di pancia, diarrea, mal di testa, vomito, febbre, cause di divorzio.

Tanto non cade.

Hanno picchiato anche oggi.

Luigi, col tamburo della banda musicale, Maria Luisa col flauto. Gli hanno picchiati perché davano fastidio. Il regime dice che si deve stare in silenzio. Però col mio collega gli avevamo appena regalato sorrisi.

Erano pacifici, e che cazzo!!! Fischio d’attacco. Ordine superiore.

“Attaccooo!!!” Non era Mazinga Zeta, eravamo noi.

Il flauto di Maria Luisa  è volato, il labbro insanguinato. Il tamburo di Luigi, bucato. Ma che fastidio dava. Dava fastidio al regime. Ai suoi ultimi giorni di Pompei.

Pompei, Gela, Napoli, ma quante città stanno nella merda quotidiana? Pensava Marco mentre manganellava. Ci tolgono soldi, e noi manganelliamo. C’inchiniamo allo stato, perché poi, perdiamo il posto. E c’è crisi. E poi non rientro più nel corpo di Polizia.

Che faccio?

Sarebbe bello rimettere in funzione la gelateria di mia madre. Torno a Castrovillari e ogni giorno vado a trovare mio padre al cimitero.

Hanno picchiato anche oggi.

Mentre il governa era battuto sugli emendamenti e c'era un caos tale che persino il ministro della Pubblica Istruzione votava contro la sua riforma. Che ridere. Non lo diranno al Tg1, lo diranno al tg3. Il 13 dicembre qualcuno spera in una cena avvelenata  e alcuni deputati saranno in missione. Alcuni si sposeranno.

Ad altri morirà il cugino di terzo grado, non potrà mancare all'evento funebre. Deve scegliere, quello dalla quale si guadagna di meno. No?  

I tuoi occhi con chi saranno il 13? A chi penseranno il 13? 

Intanto una nuvola ha coperto il sole. Ho scoperto un paese dove fanno cento gusti di gelato diversi. Forse vedrò il mare da sud a nord. Hai un cannocchiale? :)

g.

pubblicata da Giandonato De Cesare il giorno venerdì 26 novembre 2010 alle ore 20.34

http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150133872323298&id=1452730995

COMMENTI

2 Dicembre 2010 13:44

Pasolini ha voluto deliberatamente provocare gli studenti di allora, "l'ultima generazione degli operai e dei contadini", perchè temeva con ragione l'entropia borghese ("la borghesia sta diventando la condizione umana")e aggiungeva che "chi è nato in questa entropia, non può in nessun modo, metafisicamente, esserne fuori". Di qui la provocazione ai giovani, proprio agli studenti ("in che altro modo mettermi in rapporto con loro, se non così?"), molti dei quali "figli di papà" (così come molti poliziotti figli di proletari...). La provocazione avrebbe dovuto spingerli a liberarsi - "al di fuori così della sociologia come dei classici del marxismo" - del loro essere piccoli borghesi, a diventare "intellettuali", cioè ad usare in senso critico, non più ideologico o cristallizzante, la propria intelligenza. A liquidare il cinismo metodico del piccolo borghese, per cui tutto è visto come spicciolo pragmatismo, malandrinata, spazzatura. Purtroppo la borghesia questo strappo non l'ha compiuto. Anzi lo ha tradotto in un valore, per cui ritiene suo diritto giudicare ogni altra esperienza secondo il cinismo e la malandrineria che quel giorno a Valle Giulia avrebbe dovuto calpestare e da cui il "provinciale" Pasolini la provocava a liberarsi. Giuliano Ferrara era allora già "classe dirigente", come lo era la nomenklatura del PCI (ora ci sono i rimasugli nel PD): infatti Pasolini fu cacciato e Ferrara no... In merito ai poliziotti, non serve spendere altre parole... Cara Emanuela, lo Stato siamo noi e sono tutti quelli che soffrono per l'ingiustizia del potere... E lo sono anche quelli che hanno votato questo governo fascista e razzista... Io ho una figlia di quasi 9 anni e cerco di crescerla nel rispetto dello Stato e della Costituzione ma soprattutto nel rispetto di chi è ultimo e maltrattato, di chi viene picchiato solo perchè va fiero della propria mente libera, nel rispetto delle diversità, perchè i bambini sono il futuro ed i ragazzi che protestano sono il presente... E cerco di insegnarle l'ironia! :) Ho 50 anni, caro Marino, e di botte dalla polizia e dai carabinieri ne ho prese tante: ma non sono un borghese travestito da rivoluzionario e quelli che mi picchiavano non erano "proletari"... (come canta anche Modugno)... Sono stato a Genova, durante il G8 del 2001 ed ho visto di cosa sia capace di fare il potere con il suo braccio armato... E nonostante tutto, lotto per lasciare il mondo come lo hanno lasciato a me, consapevole di esserene solo un abitante e non il proprietario e, soprattutto, di essere di passaggio...

Stefano

1 Dicembre 2010 23:03

brava Sara, concordo con te, e ricordo che allora (quando Pasolini aveva scritto quel pezzo) c'era appena stata la manifestazione a Valle Giulia -Roma- alla quale aveva partecipato (c'è un primo piano col maiale in eskimo che cerca di correre..)il cicciopotamo Giulano Ferrara... ..quando si dicono i corsi e i ricorsi... Stefano: mangia polenta e cresci; quando avrai dei figli comincerai a capire.. ciao ciao

marino

1 Dicembre 2010 19:42

volevo solo dire che non sono un poliziotto, ma un ragazzo che fa il corrispondente in un quotidiano del sud e che ha scritto una storia. buona serata a tutti giandonato de cesare

Giandonato De Cesare

1 Dicembre 2010 19:35

caro Stefano, senza polemica ti invito a rammentare ciò che disse Pasolini dei poliziotti e a mettere al bando il qualunquismo. Aggiungo solo che proprio tu che rivendichi i diritti del prossimo calpesti quelli di coloro che non ti "piacciono" perchè fanno un lavoro gramo, perchè è gramo sai? Sapessi quanto. Il conflitto interiore di g. è quello di tanti uomini e donne che ogni giorno scendono in strada a tentare di difendere proprio i tuoi diritti. E' grave non compredere questo aspetto. Dimentica retaggi sessantottini, oggi la Polizia è fortunatamente altra cosa. Convengo però sul fatto che ci siano "teste calde" che andrebbero isolate...Sara

Sara

1 Dicembre 2010 16:42

Mi sento vicino a questo testo nonostante sia un rivoluzionario convinto che solo la rivoluzione può cambiare l'ordine costituito. L'ansia di libertà del poliziotto si libera anche nell'orrore del gesto, nell'infamante ruolo di servo o boia. Che rivoluzione sarebbe la nostra del mondo nuovo, di un'altro mondo possibile(necessario)se non tenessimo in considerazione che il poliziotto è si un servo del potere ma è il potere che noi dobbiamo abbattere. Antonio Marchi-trento

ANTONIO

1 Dicembre 2010 15:09

caro Stefano, non voglio crescere i miei figli nello Stato che descrivi tu; lo Stato sono anche io, io ho diritti e doveri, la polizia protegge anche me. Questo pretendo che sia. Non voglio che i poliziotti "buoni" vadano a fare i gelatai, voglio che solo coloro che hanno senso della responsabilità e rispetto per il prossimo facciano i poliziotti, voglio che nell'esercizio delle loro funzioni siano riconoscibili da un numero identificativo e che, quando fanno un uso sproporzionato della forza vengano sottoposti ad indagine e puniti. Per coltivare il senso di responsabilità delle forze dell'ordine e opporsi alla cultura dell'impunità, occorre che tutti i bravi gelatai, che amano i bambini e le loro mamme, vadano a fare i poliziotti, se accadesse il contrario, sarebbe davvero una sciagura. ema ps ieri ero in manifestazione con tutti i miei figli

emanuela massa

1 Dicembre 2010 14:58

Come padre posso capire il tuo stato d'animo nel vedere il proprio figlio dall'altra parte della barricata in pericolo di manganellate. Per il resto non so cosa dire, fare il poliziotto in questi momenti è davvero dura ma ricordati che molti tuoi colleghi manganellano perchè piace essere più forti, lo si legge in faccia in quelle occasioni.

Gianluca

1 Dicembre 2010 13:25

Caro poliziotto, è meglio che vai a fare i gelati... Non serve scrivere lettere ipocrite quando dici, all'inizio, che ami la polizia... Questo fa la polizia, questo è il "servizio" che rende al potere, non allo Stato! Lo Stato sono gli studenti, i precari, gli immigrati, i pensionati, i bambini, i senza casa, gli zingari, i disoccupati, i cassaintegrati, le gente che non vuole inceneritori e discariche, quelli che perdono il lavoro perchè il padrone porta la fabbirca all'estero. Lo Stato è tutto il popolo che voi picchiate senza paura, senza rimorsi, senza usare il cervello... Lo Stato sono i morti che lasciate per strada senza giustizia... Caro poliziotto, è meglio che vai a fare i gelati...

Stefano

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