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Gli aerei da guerra a Cameri

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Il governo italiano è coinvolto nel progetto internazionale Joint Strike Fighter F 35. Di che cosa si tratta? Aerei da guerra. Il 7 febbraio 2007 il sottosegretario alla difesa Forcieri ha firmato un preaccordo con gli Stati Uniti per una linea di assemblaggio all'aereoporto di Cameri, con l'intenzione di acquistarne un centinaio. La cifra è stellare: si parla di circa cento milioni di euro ad aereo. Come viene giustificata questa scelta? Esigenze strategico-militari e opportunità di sviluppo economico del territorio. A Novara un movimento trasversale di cittadini si oppone al progetto e cerca di sensibilizzare la popolazione.
Piero Ricca ha intervistato tre suoi esponenti: Laura Bergomi, Renato Bolognese, Carla Lavagna.
Visita il sito: www.pieroricca.org

1 commento


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21 Giugno 2007
23:54

Come sempre più che di informazione si tratta di disinformazione. Gli intervistati hanno esternato una gran quantità di sciocchezze, la cui matrice politica è ben chiara, onde sostenere una tesi con argomenti capziosi e privi di fondamento. Intanto, partendo dal fondo, l'errore di convertire l'industria bellica in industria civile l'abbiamo già fatto 20 anni or sono e solo ora cominciamo a risollevarci. L'industria bellica è una delle poche in cui vantiamo ancora un margine di superiorità su paesi come Cina, India o Russia, e solo investendovi risorse riusciremo a mantenere tale vantaggio. Questo ha importanti implicazioni sia per la ricaduta di know how scientifico e tecnologico, sia da un punto di vista strategico e industriale. Quanto al fatto che l'F35 sia un aereo da attacco al suolo non lo rende più cattivo dell'aereo che è destinato a sostituire, cioè il Tornado (ne abbiamo acquistati 100 circa 20 anni or sono), aereo da interdizione per eccellenza (quindi da attacco i profondità nel territorio nemico). Rimane comunque il fatto che l'F35 rimane un aereo tattico (come raggio d'azione e carico bellico), con il quale non si potranno mai copire paesi come Afhanistan, Irak o Cuba partendo da basi Italiane. Inoltre l'Italia (ed anche altri) contano di sostituire la flotta di Harrier (equipaggiano la nostra portaerei Garibaldi) con la versione C (STOVL cioè a decollo verticale) dell'F35. Se così non fosse sulle nostre portaerei (Garibaldi e futura Cavour) potremmo mettere solo degli elicotteri. Non si può ragionare in termini di difesa della nazione pensando che occorrano e bastino solo sistemi difensivi. Nessuno si è mai difeso utilizzando solo sistemi difensivi puri,perchè una simile soluzione porta solo alla sconfitta. Un sistema difensivo deve avere strumenti bilanciati, perchè difendersi vuole dire non solo parare i colpi dell'avversario, ma anche colpirne l'apparato industriale, il sistema enegetico e viario e così via. Pertanto occorrono sia aerei da caccia/superiorità aerea (il Typhoon) e aerei da attacco al suolo (l'F35). L'unica cosa sensata detta è che l'Italia è pesantemente impegnata (finanziariamente) con il programma quadrinazionale Typhoon (EF2000), nato come caccia puro, ma che ora molti vogliono trasformare in aereo multiruolo. Considerato l'attuale budget della difesa (ai minimi storici) non è detto che ci si possa permettere una aereonautica che abbia in linea due aerei diversi per di più acquistati in numero insufficiente. Forse pragmaticamente converrebbe concentrarsi su una linea unica (Typhoon), multiruolo ed in numero adeguato, anche se in questo modo perderemmo il treno dell'aggiornamento tecnologico (soprattutto in fatto di tecnologie stealth) del'F35.

Alessandro Santi