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4 Maggio 2007 05:48

PARMA TRA POTERE CIVICO E POTERE PARTITICO

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di Luigi Boschi

Pur apprezzabile, non è detto che, l?aggregazione civica, una semplice lista di cittadini, riesca a elaborare un potere civico: una espressione complessa, difficile, comunque un valore non semplice da realizzare. E? fragile, locale, trova la sua forza nella trasversalità politica, nella partecipazione e identificazione personale, oltre le ideologie, diviene un punto di riferimento relazionale e autonomo nel tessuto sociale, è interprete di culture, necessità e interessi locali. I partiti dovrebbero essere anche una espressione civica, ma la loro provenienza ideologica li ha portati a divenire faziosi, poi la deriva partitocratrica e affaristica li ha svuotati di senso democratico vero, divenuto formale. Obiettivo: potere per il potere. Organizzazioni a carattere per lo più verticistico, con apparati burocratici ora in decomposizione. La loro rifondazione, revisione costitutiva e di rappresentanza è la prova dell?attuale loro superamento. Entrambi potere civico e potere partitico sono sostenuti, non senza vincoli, dal potere economico-finanziario. Si potrebbe dire che l?opzione civica dell?Italia dei Comuni, si contrappone alla volontà dominante di estensione omogenea del pensiero ideologico e post-ideologico voluta dai partiti nazionali. Le modalità politiche ed elettive di un governo locale però non necessariamente debbono coincidere con le formazioni e le aggregazioni politiche nazionali: è d?altra parte l?indirizzo intrapreso delle autonomie locali che porta anche verso questa personalizzazione civica nelle espressioni politiche per la scelta del governo delle città. La responsabilità etica individuale diviene, ovviamente, elemento fondante per non cadere nel camuffamento funzionale. L?elezione amministrativa a Parma si è trasformata quindi, di fatto, in una lotta tra potere civico e potere partitico. Vignali rappresenta un potere civico, preminentemente incarnato da Ubaldi, sostenuto da una coalizione partitica di centro-destra. Peri rappresenta un potere partitico formato dalla coalizione di centro-sinistra, sostenuta da una espressione civica, per ora, senza potere. Si assiste quindi a uno scontro tra il potere civico di Ubaldi (esperienza amministrativa comunale, militanza politica sinistra DC, tra i fondatori di Civiltà Parmigiana, Sindaco uscente) rappresentato dal candidato Vignali e il potere partitico del candidato Peri (militanza PC, Ds, esperienza amministrativa comunale, attualmente Assessore regionale). Quale potere eleggere in città: quello civico o quello partitico? Entrambi presentano difetti e pregi tipici dell?attuale società e della deriva politica del Paese. Qui, purtroppo, ribadisco che l?elezione di un sindaco è, di fatto, la legittimazione di un potere economico-finanziario attraverso la formalizzazione di un potere democratico. Continuando nella comparazione è evidente che mentre il potere civico ha difficoltà di sopravvivenza nella sconfitta, per quello partitico, morto un Papa se ne rifà un altro. Esisteva un tempo in cui, a Parma, tutto veniva deciso fuori dalla città. Il potere economico bypassava anche i propri senatori e deputati, quando addirittura non erano dei paracadutati, e dialogava direttamente con i De Mita, Andreotti, Craxi. Le decisioni politiche di sviluppo della città erano prese in sede regionale a Bologna che ha sempre rivolto più attenzione alla Romagna che non all?Emilia. A Ubaldi si deve riconoscere di aver creato un potere civico politico locale di ampio consenso popolare che prima non c?era e con il quale anche i poteri politici nazionali, i poteri forti della città e quelli economici devono confrontarsi e contrattare. E questo, forse, oggi infastidisce l?oligarchia di comando. Forse si preferivano i tempi dove gli accordi erano presi a Roma e qui qualcuno ratificava. Un potere civico è un valore difficile da coltivare e mantenere, rappresentato oggi, per candidatura da Vignali, espresso, per ora, da Ubaldi, marginalmente da altri. Sappiamo altresì che è difficile allevare delfini in politica. Prevale la diffidenza per il pericolo della pugnalata alle spalle. Lo si evince anche dal cosiddetto ?Listone dei 40? funzionale per una eventuale maggioranza di Consiglio blindata. Dall?altra parte invece, il nuovo corso di ricomposizione partitica in atto a livello nazionale, sradicherà le infestazioni della partitocrazia che ha portato all?allontanamento dei giovani, dei cittadini dalla politica? Che ha minato le radici della democrazia popolare? Che ha gestito in modo affaristico le ricchezze e le risorse del Paese? Che è parte causa dell?attuale deriva etica? Saprà Peri, uomo di partito, se eletto, valorizzare il potere civico locale? Il partito glielo consentirà? Quale potere verrà dato alla lista civica di sostegno? Quale spazio avrà la meritocrazia civica sulla lottizzazione? Un appunto Amministrativo. A Parma, mentre le opere infrastrutturali sono state rilevanti, poco invece, credo, sia stato fatto per sviluppare l?innovazione digitale, l?economia delle conoscenze e una politica rivolta ai giovani in grado di consentire un progetto per il loro futuro, oggi molto incerto e precario: Parma, e ciò non consola, non è sola. E? mancata altresì la volontà, più che le risorse, per promuovere un contesto adeguato e favorevole alle nuove dinamiche sociali, culturali (limitate invece, troppo spesso, alle forme celebrative) e alle nuove filiere economiche. L?economia ha perso infatti il suo potenziale e vive di rendita (qui non tutto è riconducibile alla responsabilità del Sindaco e della Giunta, ma alla qualità della classe dirigente imprenditoriale che ha ostacolato, se non impedito, lo sviluppo di una vera cultura innovativa fin dal terziario). Ed inoltre, quali efficaci azioni sono state intraprese nel telelavoro, per la qualità di una cittadinanza consapevole e responsabile, per lo sviluppo di produzioni e consumi eticamente sostenibili, per la tutela del patrimonio idrico e dell?acqua come bene di tutti? Riserve nutro pure sul coinvolgimento partecipativo consultivo popolare e sulla trasparenza gestionale amministrativa della città. Critiche tutte, per la verità, da rivolgere anche alla Provincia di Parma, dove governa un potere partitico di centro sinistra, e da estendere poi non solo all?ambito locale, ma bensì a livello nazionale. Un Paese che fatica a adottare le nuove culture che si sono diffuse nel mondo, forse destabilizzerebbero i poteri esistenti. Vi è poi una nuova dimensione socio-culturale proiettata al futuro senza rappresentanza politica e dai politici volutamente dimenticata. E mi chiedo perché anche l?opposizione del Consiglio comunale è rimasta assente per due legislature su tutti questi temi? Vorrei concludere attenendomi però a considerazioni esclusivamente sul piano politico, non voglio addentrarmi nelle scelte amministrative che hanno percorso in questi anni la città, che pare riscontrino un consenso bipartisan. Credo che il nuovo corso politico della città dovrebbe essere caratterizzato da una necessaria scossa etica e da una politica indirizzata all?innovazione già fortemente in ritardo. Chi del potere civico o partitico è dotato dei migliori geni, risorse, volontà per intraprendere questo nuovo percorso? L?elezione amministrativa di Parma, al di là purtroppo degli accordi economico-finanziari, della spartizione di aree e delle lobby di potere trasversali che passano sopra la testa dei cittadini, non è uno scontro come si vorrebbe far passare tra destra e sinistra, ma esprimerà la scelta dei cittadini, in ambito locale, tra il potere civico e quello partitico: spero, al primo turno! Con dispiacere, forse, di Lunardi & G. (01/05/2007) www.luigiboschi.it

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