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30 Marzo 2007 11:55

LA DECADENTE SOCIETA' DELLO SPETTACOLO

1332 visualizzazioni - 0 commenti

di Luigi Boschi

Esco. Inforco la bici ricomprata dopo l?ennesimo furto. Un vento forte mi accoglie fuori dal portone. E? mattina presto. Sul percorso incrocio solo visi tristi, nessun sorriso: goffi inquieti ...una triste, ormai rituale, consapevole processione al niente. Chiusi nei loro abiti omologati s?incamminano nel desiderato sistema?precario. Di fronte il niente, dietro il vuoto! La precarietà alimentata ad arte dalla necessità di un inutile impegno quotidiano per la sopravvivenza?sempre lì sulla soglia del baratro. Una visione che non va oltre la sera?la speranza, se ce l?hai, ti puntella la vita. Questa società dello spettacolo che la mattina si imbarca i suoi costretti produttori della banalità, del servizio, del piacere, della tristezza?a cui viene proposto l?eventualità del divertimento (e che divertimento!!) di fine settimana, della rapina all?aperitivo sociale della sera, del gratta e vinci, del superenalotto?di godere e sognare i miti dello star system costruiti nelle varianti di gusto dalla macchina dello spettacolo? su misura per ogni tipologia di consumatore. Un declino che dura da anni senza possibilità di ritorno. "Eccone un'altro: Vieni avanti cretino!" Ma guarda! Incrocio alla rotonda il ?maturo? alto graduato dirigente pensionato, ora anche presidente di una ex municipalizzata (220 mila euro anno)...uno votato al no profit! E' al volante della sua Mercedes?ovviamente col telefonino. Non è reato? Sospensione della patente? Cosa dovrà dire di così urgente? I sudditi hanno pagato le bollette? E? la città del precariato che scalda i muscoli la mattina a tutto gas! E pensare che potrebbero starsene nei propri luoghi in telelavoro, ma invece lì vogliono in strada, a consumare; incolonnati, a maledire nei loro 10 metri cubi d?auto inquinanti. Mi fermo davanti a una edicola leggo i giornali dalle locandine?la sintesi è tutta lì inutile comprarli. A un bar: orzo con cacao. Dò una scorsa velocemente ai titoli dei giornali locali. Gli approfondimenti, con la selezione praticata di penne, si tralasciano...pochi la meritano. Il giornale ridotto a titoli, foto e impaginazione?il resto un riempitivo. Difficile trovare ricerca stilistica, pensieri profondi, analisi giornalistica. Fogli scritti per la pubblicità, per i poteri, non per il cittadino che invece deve essere manipolato e indottrinato. Tutti questi sforzi dei media per far accettare una inutile società decadente fatta ormai, per lo più, di stipendi sociali e governata da una ostentata, vergognosa burokratia. Sbattono appena possibile il mostro in prima pagina per far passare l?efficienza del sistema, poi esaltano ogni mossa politica?con i loro attori sorridenti, come dire: ?Vedete cosa siamo capaci di fare?? Vivono ancora nella differita, non hanno capito che non c?è più privato e pubblico, ma la vita in diretta. Tutti in posa con la loro Corona! Si quella della società morta: cofani e corone in dotazione dalla nascita. Le foto invece vanno a ruba per i cultori del gossip. Il sistema partorisce nel proprio grembo il mostro, reo di ricatto, che si inventa la vita immortalando con il suo esercito di paparazzi l?ipocrisia di questa società ridotta all?orgiastico?una declinazione sociale dai grandi agli adolescenti...dei potenti che si ricattan tra loro...Qualcuno ha voluto la società dello spettacolo? Eccola nelle sue forme più eccelse. L?intrattenimento, necessario per distrarre la gente dalle catene di montaggio, ora divenuto luogo comune: "lo spettacolo integrato" (Debord). Ma quando queste, le catene del lavoro, non ci sono più e un nuovo tzunami rivoluziona l?esistente, è lo sconforto, la noia, la consapevolezza della propria inutilità, l?incapacità di riconoscere il vento che cambia, l'impedimento di aggrapparsi al treno delle conoscenze. ?Addio deficienti!? Senti urlare da qualche carrozza. Il proprio progetto di vita si frantuma, inesistente, le relazioni andate a male, gli intrecci di corna che si rincorrono ad ogni ora per le vie della città, negli uffici, ad ogni passo c?è una trappola innescata?tesa per la preda da inghiottire?Questa è la società voluta del ricatto, dei ricattatori, dei collusi, dei corruttori, dell?emarginazione, dell?ignoranza dei tempi...densa di banalità e volgarità...dove anche la cultura è divenuta merce di contrabbando per l'affarismo. C?è l?abbandono decadente ad un sistema pronto a risucchiarti il poco cervello e denaro rimasti per venderti il piacere delle cosce e porno pezzi di corpi?Tutto ha un prezzo! Tutto in un mare di fumoso piacere, della finzione erotica passionale ridotta a pornografia, inciuci e fregature. Avanti pure coi fanatici dello sport?quelli del credo della curva?quelli che si ammazzano e ammazzano se fischiano un fallo a uno che corre, spesso dopato, in mutande per un prato. Quelli che han portato allo stadio e nei dintorni la guerra di odi e rancori coltivati nei luoghi della disperazione personale. E si grida: "Sicurezza!!" La sicurezza siamo noi, ma non la vendono ancora al supermercato. Poi c?è la famiglia. Ah! La famiglia! Si leva il grido di dolore...non c?è più, si disperano. I Dico, le convivenze?ma come si può! Un delitto! ?Politici cattolici vi richiamiamo dall?etica flessibile!? Tuonano dal Vaticano. E pensare che la famiglia è morta, da tempo, almeno da 40 anni. E non si è fatto molto per incoraggiarla. Può forse una persona sola mantenerne tre? No! Può una persona sola pagare affitti o i mutui per tre? No! Può una persona sola risparmiare per formarsi un capitale di sicurezza? No! Può una persona sola pagare gli studi per i figli? No! Qual è forse il concetto di famiglia? Quella stereotipata televisiva dove si ritrovano a fare colazione? A tavola sorridenti mentre consumano compiaciuti sorrisini e sofficini? O è quella dove lui lavora, poi deve farne un altro, in nero, perché uno non è sufficiente...lei lavora, i figli non si sa dove siano?svezzati e in strada o lasciati per ore in sovraesposizione catodica globalizzata...Ingenui allo sbaraglio tra i mostri!...E ci si meraviglia poi della loro violenza! Del consumo di droghe, di alcol...I nonni al centro diurno, in un ricovero o nelle mani delle badanti... E si trovano forse la sera per un giaciglio conveniente per dormire... E questa sarebbe la famiglia? Quel nucleo su cui sembrerebbero fondati i valori della società? Sì, degli affari! E la scuola? Quella specie di ritrovo mattutino dove non si sa cosa si fa? Dove i nozionisti incapaci di competere con internet hanno preso il posto degli insegnanti? La scuola d?oggi? Un asilo pornografico e di ignoranza a crescere! Luoghi inadeguati ai tempi per coltivare le conoscenze, dove mondi in disistima reciproca si scontrano e si provocano, dove adolescenti e ragazzi esercitano le pratiche assunte dai media. I consumatori della società dello spettacolo si coltivano fin dall?asilo nido. E? il sistema dei servizi: io ne do uno a te, tu ne prendi due a me?Una società del fottere l?uno con gli altri?della prepotenza, dei veleni cosparsi dagli alimenti all?aria. Occorre un percorso educativo?anni di preparazione! Alla fine ti laureano anche col master in Marketing della fottitura globalizzata. Una società che ti toglie l?acqua?per darti una bistecca infetta o un pollo con l?aviara. Anche il Papa tace sull?acqua, ma non sui Dico! E l?élite al potere governa il giro finanziario lasciando ai gonzi l?imbecillità del consumo e con un solo scopo: profitto a tutti i costi!?Per questo fomenta le guerre...l?odio, il razzismo, il genocidio?produce la paura con la violenza gratuita e ti raggira col voto della finzione democratica. Una élite che ha generato una burokratia faraonica insostenibile, che si avvale di istituzioni, dei servizi segreti, della politica, dei suoi simboli, dei suoi uomini, dei paradisi fiscali, delle scatole cinesi, dei bond truffa, che si produce nel consumo i suoi elettori dai quali si fa eleggere anche direttamente. Una élite che deprime le forme dell?essere a vite di scarto: ogni forma del vivere e dell'essere si dissolvono fino a convincersi di essere inutili. Un ordine cancerogeno, maledetto, spero al tramonto. È l?anima dell?amore ora a non esserci più. (Parma, 21 marzo 2007) www.luigiboschi.it

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