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1 Marzo 2007 23:55

MELODRAMMA DEI TALENTI

1238 visualizzazioni - 0 commenti

di Luigi Boschi

Mentre Meli pensa alla direzione artistica del Ravello Festival, per rimpinguare le sue casse limitate a circa soli 30 mila euro mese percepiti come Sovrintendente del Regio di Parma, a lenti passi di Formica invece crescono i Pellegrini musicali. Dopo Baratta, dopo Proczynsky, è il turno del nostro clarinetto Pellegrini e della sua POE (Parma Opera Ensemble onlus). Nella prosa giornalistica parmense sembra che la cultura da ufficio stampa prevalga su quella critica. Ma qui, nella capitale della musica, si può!...o si deve? Il conflitto professionale è palese e da sempre ne sostengo l?incompatibilità. Sarebbe tempo che l?Ordine intervenisse in questo diffuso malcostume! Aldilà delle scelte di campo editoriali, fra cooperative tuttofare e giornaletti sponsorizzati dal sistema, le menti sono fagocitate e l?informazione è divenuta, spesso, solo merce da vendere, ridotta a mangime virale sociale?per alimentare gli allevamenti a volte già impestati di aviaria o mucca pazza. Celebrare qualcuno prima della performance io la considero marketta stampa. E? ormai buon costume farla anche dopo, ma quella del giorno prima vale oro di cassa! Non si riesce più a distinguere chi fa cosa: ufficio stampa, informazione degli eventi, la critica/recensione degli stessi. Passo alle citazioni testuali dell?articolo (Gazzetta di Parma venerdì 09 febbraio 2007 pg 45), perché meritano, sono storia del giornalismo parmense, di come qui si fa cultura: ?Parma Opera Ensemble racchiude nel nome la tradizione e il futuro di una città che ama la musica??; prosegue: ?Appuntamento da non perdere con il prestigioso gruppo parmigiano??; termina: ?Parma Opera Ensemble: una denominazione d?origine, musica su cui investire?. Voi come li chiamate? Slogan? Un offesa alla pubblicità? preferisco Carmensita! Questa invece è propaganda di regime!! Forse troppi anni passati, come altri, ad alternare redazione e uffici stampa per campare: sen. Guasti, Ente Fiere Parma, Fondazione Arturo Toscanini, ecc. E' l?ensemble! Ma non finisce qui. Tra le righe si legge pure: ?Impresa musicale senza erogazioni pubbliche?? citazione del Pellegrini pensiero. Ma guarda un po? che questo qui è capace di economia da botteghino! Fosse vero! Ma lui sa che non è così! Le erogazioni pubbliche, dovrebbe ben conoscere il nostro Maestro, sono previste principalmente per le compagini artistiche stabili e per quelle che certificano al Ministero i concerti effettuati (con relativi regolari versamenti....) ed in regola con determinati requisiti, non certo per le formazioni occasionali (e magari funzionali!). Il borderau non è forse firmato dal Teatro Regio per ricevere i finanziamenti del FUS e di cui POE indirettamente usufruisce? E' del tutto evidente, per chiarire, che le sovvenzioni pubbliche se le prende il Teatro Regio, cioè l'Ente che firma il borderau Siae e commissiona gli spettacoli; cosa vorrebbe il Pellegrini, prendere i soldi due volte? Vi è però una cosa inquietante: eventuali irregolarità commessi da POE ricadrebbero sul Teatro Regio e potrebbero compromettere l'entità del finanziamento annuale. Ma per favore, come si fa a dire che POE (Parma Opera Ensemble) non si avvale di erogazioni pubbliche quando il fatturato complessivo dell'associazione onlus di Pellegrini, nelle sue emanazioni dirette ed indirette, per la quasi totalità, è composto dal contributo del Teatro Regio per la gestione dell'orchestra utilizzata per la stagione lirica e sinfonica? Senza contare poi i concerti fuori stagione ottenuti grazie al nome del Teatro Regio stesso (si veda -incredibile!!- il sito michaelstorrsmusic.co.uk, laddove campeggia la scritta 'Teatro Regio di Parma's Opera Ensemble'), il cui marchio non sappiamo ancora a che titolo, con quali motivazioni e criteri viene dato in concessione a POE! Ma il Teatro Regio non aspira al riconoscimento di Ente lirico? E come può sorvolare sulla non applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro dei professori di orchestra e degli artisti del coro? Vedremo cosa risulterà dall?ispezione romana dell'ENPALS (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Lavoratori dello Spettacolo) a seguito dei colloqui con i Professori d?orchestra. E sì, sembra che circa due settimane fa, al Teatro Regio, durante una delle recite de La Damnation de Faust di Berlioz, siano arrivati da Roma 5 ispettori dell'Enpals. Avrebbero voluto porre alcune domande a tutti i componenti della cosiddetta orchestra del Regio ...ma, così su due piedi! Non si può! Verificata la difficoltà della cosa, all'indomani solo 5 o 6 professori hanno fornito la loro versione sul trattamento economico. Gli ispettori però si sono fermati in teatro per 5 giorni, non penso per il culatello!?avendo cura, prima di ripartire per la capitale, di portare con sé un po? di documenti raccolti durante lo ?stage? amministrativo. Sembra infatti che, in molti casi, si continui col giochino di non effettuare tutti i versamenti previdenziali per i giorni di lavoro effettuati, ma solo per quelli di recita?e il resto, probabilmente, tutto in nero (elusivamente chiamato rimborso spese), così come pare esista il sospetto di robuste sottofatturazioni. Gli ispettori hanno ovviamente in mano i certificati di agibilità ENPALS (45 euro lordi al giorno pro capite). Ma i Direttori d?Orchestra sanno quanto percepiscono i loro indispensabili musicisti? Muti sa quanto prendono i Cherubini? Se a questa "performance" ENPALS si dovesse aggiungere uno ?stage? della Finanza, per una verifica amministrativa delle partite di conto della onlus, allora, forse, la drammaturgia assumerebbe toni oltre lo spartito! Seguiremo l?opera! Ma torniamo alla prosa locale. Elena di Parma, POE (onlus) è, di fatto, solo un marchio, senza alcuna identità artistica di insieme, definita e riconoscibile. Come è stato anche rilevato nell'articolo, vengono scritturati, in qualità di liberi professionisti, professori di orchestra la cui professionalità e prestigio sono remunerate e garantite da rinomate orchestre stabili di cui fanno parte. Così come per l?orchestra del Teatro Regio (gestione POE onlus), anche il magnificato Ottetto è una formazione cameristica, modulare che si avvale di volta in volta di diverse prime parti soliste provenienti da prestigiose orchestre italiane (di indiscutibile qualità individuale), e non costituisce tuttavia una realtà musicale continuativa per l'assoluta mancanza di stabilità. Vengono invece chiamati: ?I solisti dell?Orchestra del Regio?!! Come si può arrivare a scrivere ciò? Chiamare in questo modo professionisti cresciuti e stipendiati da altre orchestre? E, per giunta, ogni volta diversi! Mi preme chiudere con una apertura verso le vicende degli artisti del coro. Pare che il modello utilizzato sia lo stesso per i professori d?orchestra. Sembra che anche qui succedano cose strane dietro le quinte. Alcuni vorrebbero parlare. Per ora arrivano solo timide indiscrezioni: ?Le farebbe cosa gradita sapere cosa succede anche nel coro, e quali sono i trattamenti dietro le quinte. Forse potrebbe aiutarci a svelare come certi gravi disagi siano invece una fonte di guadagno e come una persona apparentemente insignificante può diventare un collaboratore insostituibile. Il coro canta, è bravo, grandi elogi, grandi applausi, ma? A quale prezzo questo si ottiene? A qualcuno interessa che per lavorare....BISOGNA STARE ZITTI!!!!? E? triste, nella città che vorrebbe essere ?Capitale della Musica? vedere un giovane, forse anche di talento, scrivere: ??in un mondo dove l'interesse dei giovani alla musica classica è quasi inesistente; dove i concorsi a premi sono presieduti da maestri che tengono bloccati i membri della commissione fino a quando non si fa vincere un proprio allievo; dove i concorsi per professori d'orchestra bisogna cercare di vincerli a suon di migliaia di euro in lezioni private prima che esca il bando per l'assegnazione del posto; dove le programmazioni del teatri minori e delle varie associazioni concertistiche sono affidate nel migliore dei casi a agenzie che propongono sempre gli stessi nomi da decine di anni e nel peggiore dei casi ai "Pellegrini" di turno con i loro "SCAMBI" (io do un concerto a te e tu ne dai uno a me); direi che non resta molto altro da dire ...? Eh sì! Muti, dì qualcosa! Meli, Roi cosa facciamo? Abbado cosa propone? Sindaco che dice come Presidente di Parma capitale della Musica? Presidente Bernazzoli, con incarico ad interim per la cultura provinciale a Parma, non sa? E se sa, non interviene? Gli Assessori, i consiglieri Comunali e Provinciali vanno all'opera? Errani quando smascheriamo questo camuffamento culturale? Ministro con quale Arcus si continuano a sostenere queste stonature? (Parma, 16 febbraio 2007) www.luigiboschi.it

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