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25 Agosto 2006 14:06

EREDITA? MUSICALE

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di Luigi Boschi

Se nel 2007 ricorre il cinquantenario della morte di Toscanini, è interessante ricostruire anche i fatti che portano alla onerosa eredità economica lasciata dagli accorti Amministratori preposti alla gestione delle risorse della Fondazione che porta il suo nome, visto che le prossime celebrazioni sono appannaggio di quell?élite di potere che decide per noi e, a nostra insaputa, genera buchi neri che poi la collettività deve risanare. E? nota a tutti la vicenda dell?ex sovrintendete, ora rimosso, Gianni Baratta e del suo Presidente Antonio De Rosa che, costretti per le voci incontrollate, poi rivelatrici, così assicuravano pubblicamente: ?Il bilancio della Fondazione al 30 giugno 2005 si è chiuso con un leggero utile prima delle imposte, e dopo di esse, con un deficit di 350.000 euro? (Gazzetta di Parma 31 dicembre 2005) Già questo a noi sembra un?anomalia. Significa che molte voci di spesa non erano fiscalmente deducibili: vuoi forse quelle di Proczynski o quelle di eccessi di rappresentanza? Ma andiamo avanti. Italo Fiorani, segretario sindacale dello spettacolo della CISL, ora destinato ad altro settore, nel maggio 2004 aveva denunciato a mezzo stampa e con lettera a tutti i Consiglieri del Consiglio di Amministrazione (alcuni forse troppo distratti nelle tourné all?estero con l?orchestra a chiamata!) ?un buco nero generato dal ridondante progetto della Filarmonica? (24/05/2004). Una voce fuori dal coro, quella di Fiorani, che veniva poi smorzata dalla collega Silvia Avanzini (Segreteria SLC - CGL) che sosteneva: ?il bilancio, dal momento di massima difficoltà di alcuni anni fa, si è notevolmente irrobustito; segno di una attività complessa ma in buona salute?? (Gazzetta di Parma 01/08/2004) Baratta, stanco di voci che insinuavano la mancanza di trasparenza economica della Fondazione, indiceva un incontro stampa in cui, attraverso il suo Presidente, forniva cifre riassuntive, ma non un bilancio!? e assicurava sulla piena solidità della Fondazione e sui progetti in corso. Dalle poche cifre allora esibite emergeva però un dato tutt?altro che insignificante: interessi passivi per 520.000 euro e spese generali per 1.140.000. E venne quindi il giorno in cui la Regione, stanca forse dei rumors, ma anche timorosa di essere coinvolta negli affair, prima delle elezioni regionali, non rinnovava il mandato di Presidente a Antonio De Rosa, rimuoveva il plenipotenziario sovrintendente Gianni Baratta, che per trenta anni aveva gestito indisturbato la Fondazione, e inviava a Parma, con pieni poteri, il Presidente dell?Ater Maurizio Roi che sembra sia rimasto alcuni mesi a meditare il profondo di quel buco nero di cui Fiorani aveva accennato, ma che pareva fosse solo opera di maldicenza. D?altra parte la vicinanza di Gianni col Valentin monegasco difficilmente passa inosservata agli addetti ai lavori e alla frontiera, così come sa generare rossi di bilancio, vedi Meli a Cagliari!! A proposito maestro Meli quanto ci sono costati i due concerti della New York Philarmonic diretta da Maazel al Regio di Parma? E quanto le rimane ancora del finanziamento triennale? Si dice che le risorse scarseggino, ci potrebbe rassicurare? O il ?congelamento di Arcus e la sospensione degli organi di governo? (Corriere della Sera 10/08/2006), a seguito della verifica della Corte dei Conti che ha riscontrato ?stranezze" contabili e una gestione disinvolta con la quale i fondi, in tutto e per tutto pubblici, venivano gestiti, le crea qualche fastidio? E la Fondazione Parma Capitale della Musica è solo funzionale all?acquisizione dei capitali pubblici, al loro transito per altri lidi attraverso eventi fini a se stessi e agli interessi dei soliti noti, o ha una sua dignità culturale? E se c?è perché non ci scrive l?articolato progetto che la sostiene?così che tutti ne siamo informati? E? o non è il sovrintendente da noi ben remunerato? Sono in difetto i 30.000 euro mese vociferati? Come lei sa i fondi Arcus sono destinati a progetti con ?caratteristiche di innovatività in grado da fungere da volano e da moltiplicatore di ulteriori risorse, progetti e sviluppo sul territorio? e non come semplice funzione economica integrativa alle ?esigenze dello spettacolo?. Forse le è sfuggita questa dimensione innovativa? La Corte dei Conti nella sua relazione, come avrà letto, ha richiesto ?l?effettiva innovatività, come da missione originaria, oppure la soppressione della stessa Arcus qualora dovesse continuare a esercitare compiti assimilabili a quelli delle strutture ministeriali?. Le basta forse, come suo salvagente, l?assegnazione dell?Authority Europea a Parma con adeguamento dello spettacolo locale al nuovo ruolo della città. E qui mi fermo! Ma torniamo al nostro Baratta. Ridimensionato e, quasi costretto poi alle dimissioni, non si è dato per vinto e continua a operare parallelamente con la sua nuova creatura Symphonica Toscanini, tanto che Roi è stato costretto a adire le vie legali diffidandolo ?per uso indebito di marchio protetto? in quanto l?ex professore di trombone cerca sponsor, organizza e propone concerti sinfonici sfruttando impropriamente il nome del celebre Arturo maestro parmigiano. Il nuovo Presidente Roi, dopo la modifica allo Statuto, volta a eliminare lo strapotere del Sovrintendente e a rafforzare il ruolo del Consiglio di Amministrazione, riavutosi dai conti emersi dalla attività dei suoi fidi revisori, dichiarava che ?nell?anno 2005 la Filarmonica Toscanini ha accumulato un disavanzo pari a 2.268.976 euro che dovrà essere ripianato dalla Fondazione? (Gazzetta 17/06/2006). Un progetto, quello della Filarmonica che invece Gianni sosteneva fosse finanziato quasi esclusivamente dai privati, mentre Roi precisa: ?i finanziamenti che hanno consentito alla Filarmonica di operare fino a qui, non sono stati generosamente offerti da privati, ma per il 50% si è trattato di denaro pubblico ?fondi Arcus ed il contributo Regione Emilia Romagna- mentre un altro 30% è derivato dalla vendita del prodotto e dagli sponsor, il 20% restante è sempre stato a diretto carico della Fondazione Toscanini? (Gazzetta 17/06/2006). Ma Baratta!?cosa ci raccontavi? Il debito lasciato alla Fondazione dal Consiglio di Amministrazione precedente (ricordiamone i nomi: Antonio De Rosa -presidente, Luigi Allegri, Luigi Canonici, Flavio Maccagnoni, Emanuela Ramponi, Maria Maddalena Scagnelli, Domenicantonio Silipo, Corrado Truffelli), sembra superiore, si parla almeno di 6 milioni di euro, alcune voci sostengono che sia di circa 10!! Vi piace questa musica? Come è possibile che Sovrintendenti, Amministratori preposti alla gestione di Fondazioni, i cui soci sono Istituzioni Pubbliche e che si avvalgono di risorse pubbliche, durante il loro mandato esibiscano sicumera di intoccabili, interagiscano con affaristi senza scrupoli, intraprendano iniziative raschiabarile lasciando solo un vuoto culturale e voragini economiche? Tutti poi continuano indisturbati però la loro carriera o si godono le loro pensioni o i frutti di incarichi ben remunerati dall?inconsapevole e raggirato cittadino. E questo non avviene solo nella musica, ma in molti settori dove il potere affaristico economico-finanziario, partitico e burocratico lotizzatore, impediscono pratiche meritorie e il circuito dei saperi, infettano e opprimono la libera cultura democratica, deprimono la responsabilità etica. A Parma vi sono stati e forse continuano ad esserci altri esempi (uno su tutti l?ospedale da 350 si è passati a 650 miliardi di vecchie lire?e non è finita!)?E la Procura cosa fa, in assenza di etica pubblica? (Parma, 24 agosto 2006) Luigi Boschi

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