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11 Luglio 2006 16:17

CIMITERI PER ZOMBI

1150 visualizzazioni - 0 commenti

di Luigi Boschi

Ma come si fa? Come si fa a collaborare con una classe dirigente a cui da anni presenti idee, progetti, ma non hanno mai avuto seguito?E non penso perché fossero ?scarsi?! Proposte che si sono rivelate giuste nel tempo, eppure molti progetti da anni sono stati boicottati o banalizzati dall?oligarchia parmigiana: Digitalcity, la biennale di Cybercultura docet! Una classe dirigente (spesso sarebbe il caso di dire negligente!!) che ha gravi responsabilità per il mancato rinnovo economico, culturale, sociale; per non aver sostenuto le nuove espressioni. Vedere privare risorse a progetti che volevano dare a una collettività nuovi orizzonti, magari per assegnarli a personaggi proni alla delinquenza?beh scoraggerebbe anche lo Spirito Santo!! E? così che si producono emarginati cronici a cui non è dato di poter partecipare. Se vuoi proprio partecipare devi stare nello spettacolo del circo che la compagnia oligarchica eletta dalla finzione democratica produce. Essere imprenditori nella globalizzazione non è come essere imprenditori nel pionierismo industriale. E la parmigianità zoppica vistosamente incapace sia di una vera cultura di conservazione delle tradizioni, sia di politiche industriali internazionali. Questa è una città che si crogiola nella ricchezza di rendita, ma ha difficoltà a trovare la strada per l?economia delle conoscenze, verso una nuova identità necessaria, determinata dalla cultura dell?innovazione tecnologica, dei saperi complessi che oggi governano il mondo. Manca tutta la filiera!! L?economia tradizionale arranca, non presenta segni di risveglio o di allineamento verso nuovi stili di vita, che ad esempio, nell?alimentare vede completamente stravolti i consumi: questo per chi cerca benessere psicofisico, per chi cerca la tomba invece non c?è problema! Col digitale si cambia anche nel modo di alimentarsi! Nutrire la mente è diverso dal nutrirsi per il lavoro nei campi o sulle linee di processo. I nostri prodotti tipici, dopo aver subito e seguito erroneamente le politiche dei consumi di massa, hanno perso di fatto la tipicità e sono divenuti difficilmente sostenibili. Non parliamo poi dei servizi?te li raccomando!! Vi sono hotel che si spacciano quattro stelle, ma che meriterebbero quattro calci in culo!! Luoghi dove non si lesina a triplicare la cresta economica su piccoli servizi (lavanderia in particolare!!), a spremere il personale facendogli svolgere a basso costo tutte le mansioni, dalla reception, alla pulizia, al facchinaggio, ai tavoli, al turno di notte (senza giorno di riposo), ovviamente devono conoscere le lingue: li chiamano in gergo di assunzione ?Centralinisti tutto fare?. E la proprietà che fa? Passa e svuota il cassetto!! Città tra le capitali d?Europa? Dove? E i sindacati cosa fanno? Sono confusi tra il giallo Parma e quello Cina. Vi sono poi segnali sociali preoccupanti. Dietro le parate degli spettacoli si alimenta la rottura delle relazioni: ?Là dove c?è spettacolo non c?è comunicazione?. La lettura dei comportamenti è testimonianza del declino sociale: l?aumento di criminalità, droghe, psicofarmaci reali e mediatici, violenza e prepotenza, alcool (mai visto prima un consumo di alcool così elevato tra i giovani!!) sono indicatori dello stato relazionale, dove ci sta portando la cultura della competizione e dello spettacolo, anziché quella del virtuosismo e dell?affettività. Ma la politica, il potere economico non ne voglion sapere di investire in questa linea, che producendo più consapevolezza renderebbe persone più responsabili, verso sé, verso la città, verso l?ambiente, verso la società. Si preferisce invece alimentare la tifoseria, la fazione, gli interessi personali: la decadenza etica ne è la conseguenza. E le città ricche hanno maggiori responsabilità. Non si investe in bene comune e ricchezza collettiva. Semmai si producono servizi, nella logica degli appalti. Il disagio diventa business!! Le Fondazioni dovrebbero saper leggere questo vuoto sociale, saper intervenire (per il ruolo politico/economico collettivo che compete loro) a riequilibrare gli indirizzi di parte dei poteri forti dei luoghi. Occorre riaprire una discussione collettiva con vere dinamiche relazionali, chiamando ad intervenire anche esperti e studiosi (non solo il cenacolo locale) su: ?Stato dell?Affettività, Stato dell?Ambiente e Stato Economico?. Dimensioni che devono ritrovarsi. Gli appalti, a cui tutto è ridotto, non rendono una società più felice, una città più vivibile?sono funzionali alla riproduzione seriale di cimiteri per zombi. (Parma, 11 luglio 2006) luigi.boschi@libero.it

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