14 Gennaio
di Luigi Boschi
Rispondo al tuo pubblico fastidio, vedendomi aggirare per le sale Municipali, con telecamera digitale, nel Sant?Ilario 2006: ?Per che televisione sei? Teleboschi?? La vampata di rossore tradiva la tua infelice, sarcastica battuta, che cercava poi appoggio e complicità nel tuo collega direttore tv Gavazzoli, che però, forse più informato, ti dava notizia. Ti rispondo quindi pubblicamente in Internet sia nelle forma scritta, sia in quella televisiva. Non so cosa ti disturbi!! La telecamera nelle mie mani ti è così maldigesta? Così come per scrivere non occorre essere iscritti a un albo o appartenere a una testata, stessa cosa vale per teleriprendere. Una condizione a te forse incomprensibile!?per vari motivi. Ma forse la TV internet, ti è sfuggita o non è considerata da te, così come non lo furono le e-mail (mandi i fax mi veniva detto dalla tua redazione o segreteria), le testate in Internet, i blog ecc. Grazie a queste forme di libertà circolante non è necessario passare dalle maglie censorie delle note testate. Non bisogna avere il babbo o essere raccomandati per poter scrivere o produrre programmi televisivi: sappiamo tutti come avvengono le assunzioni nei giornali o nelle tv? figli di? E? cosa nota! Sappiamo tutti come vengono trattate le opinioni. Sappiamo tutti che le redazioni sono ormai eserciti schierati. Sappiamo tutti come vengono trattate le persone scomode, fuori dagli schemi, che non appartengono al regime. Forse ti è sfuggito anche questo, ma grazie a Internet riesco a comunicare via e-mail direttamente a oltre 40.000 persone, essere pubblicato in diverse testate on line, pubblicare miei programmi televisivi in rete e in DVD. Spesso i miei articoli sono replicati e distribuiti in varie forme o pubblicati da gionali non indigeni. Questo ovviamente da solo col mio computer, con la telecamera e una piattaforma digitale di diffusione on line e tv satellitare: ?Arcoiris?. La censura praticata nei miei confronti sarà valutata da altri visto che i contenuti non erano né scandalistici, né offensivi per le persone. Ma anche tu, con la tua prestazione d?opera servile, sei tra coloro che hanno impedito il nuovo a Parma. Autisti col motore acceso in attesa del padrone che producono un ambiente irrespirabile. Se è vero che i campi di concentramento e i gulag sono stati chiusi, altrettanto non è avvenuto culturalmente. Esistono ancora camere a gas con Kapò al servizio di sistemi tipo nazifascista o soviet che deprimono le menti e mettono a sacco le città. Essere liberi è condizione preferibile? anche se resa impervia! La prostituzione culturale la trovo squallida, peggio dell?essere schiavi pagati. (Parma, 14 gennaio 2006) luigi.boschi@libero.it tel 333 7363604