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9 Gennaio 2006 13:35

ESTINZIONE

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di Luigi Boschi

Una miseria voluta, funzionale al male. Un sistema tossico che si autoriproduce esponenzialmente con l?azione pavloviana quotidiana voluta dall?economia dei consumi. Persone private della libertà, della gioia di vivere che si sottomettono giornalmente agli ordini di ogni tipo, ricurvi e assuefatti, incapaci di ribellione non violenta, incapaci di tenuta etica, tenuti spesso a bada con la disperazione di sé, sotto un giogo che deprime la vita. Dove arriva la ferrovia gli indios delle praterie sono sterminati! Era giusto, è giusto omologare tutto alla cupidigia degli affari? Il ferro contro il cavallo, il potere arbitrario che falcidia gli spiriti liberi in nome di uno sviluppo senza progresso, di un arricchimento di una élite!!! Pirateria! La notte degli innocenti uccisi dai soldati di Erode si ripete ancora oggi nella assoluta indifferenza del consumismo occidentale. Sembra che la libertà sia divenuta il lusso più caro: permetterselo è cosa da pochi, di pochi ribelli capaci di sfidare le regole imposte, di sfidare i potenti di turno, capaci, da soli, di un conflitto esistenziale, capaci di accusare i colpi sferrati dal vandalismo della prepotenza, capaci di scoprire e percorrere le isolate, impervie vie della libertà. Una classe politica, gestita dalla finanza, generata da un sistema tagliatore di scalpi. E? la prepotenza di un potere al tramonto che stermina ogni nuovo impulso vitale. Sinistra e destra prive di maschere ideologiche ripropongono da anni il loro teatrino, il loro consumismo di potere e non hanno visione se non quella di arraffare quel che rimane, servili alle logiche finanziarie. Ridotte a gestione d?affari e inciuci, sono incapaci di visioni, ma propongono un mondo decadente con organizzazioni obsolete che si alimentano col malaffare. Incapaci di interpretare i tempi, le esigenze di una società, di individui e di gruppi, si dimenano con un capitalismo inadeguato alla società della tecnica. Sovrastrutture inutili capaci solo di conflitto sociale, guerre. Il piano inclinato di Severino da anni ha interpretato perfettamente la fine delle inattuali forze della tradizione che imprigionano e ingabbiano libertà e potenzialità: cadute nelle paludi e nelle sabbie mobile della transizione, che separano il vecchio dalle nuove aree della tecnica, cercano di aggrapparsi all?aria e scendono inesorabilmente verso il basso trascinando con sé ogni cosa. Viviamo oggi nella transizione epocale, nella decadenza di una illusione. Il tempo delle promesse della felicità derivanti dal consumismo si è sciolto come la neve al sole. Viviamo nella consapevolezza che la ricchezza di pochi produce povertà diffusa. E l?illusione della ricchezza di consumi camuffa l?atrocità della miseria. Tutti sono responsabili, tutti divenuti carnefici. La speranza della consapevolezza è soffocata dalla follia economica. Ogni forma umana, artistica è fatta fuori quotidianamente dalla banalità del male. Tutti sono colpevoli. Un esercito di deficienti che travolge e stravolge il senso della vita. Uscire dalla morsa del primato della finanza che immiserisce l?umanità è la condizione di rinascita. La povertà non è stata sconfitta, anzi si è tradotta in miseria di ogni tipo. La povertà naturale è divenuta miseria civile. A spingere l?uomo nella sua ricerca di felicità non può essere un particolare interesse, ma la felicità di un bene comune. Omo omini lupus non è la condizione per un progresso? ma la condizione di sopravvivenza. Un nuovo ordine organizzativo si sta realizzando, in cui tutti sono responsabilmente coinvolti. La società del rito è sostituita dall?alta riflessività, dalle scelte consapevoli individuali. Ogni persona è nodo di una rete, colleghi collegati che cooperano responsabilmente. La qualità della vita non è più determinata dagli obiettivi, produttori di dopaggio, ma dalla qualità dei comportamenti e dalle scelte quotidiane. Una ricerca di virtuosismo sociale di cui le forme artistiche sono espressione. Nell?era del Cibionte (neologismo da Cibernetica e biologia) la persona è in rapporto simbiotico con la tecnica che rivela nuove modalità di convivenza. Non si demanda, ma si partecipa ognuno con la qualità dell?azione ad un open source organizzativa in rete: è la connection machine capace di organizzare e sviluppare intelligenza connettiva e economia delle conoscenze, di cui la rete di oggi è timida espressione. La burotica è invece l?espressione del fallimento delle attuali forme organizzative, che fingono l?on line, sovrastrutture inutili, intermediari incapaci e eccessivamente costosi, la cui discrezionalità è generatrice di privilegi, corruzioni, connivenze capaci, per la loro sopravvivenza, di ogni nefandezza. (Parma, 3 gennaio 2006) luigi.boschi@libero.it Tel 333 7363604 e-mail:

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