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20 Luglio 2005 09:20

VIVERE

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di Luigi Boschi

Politica generativa e della vita, etica della responsabilità individuale e collettiva, alta riflessività sociale, solidarietà cosmopolita, sono le modalità della nuova convivenza nella economia delle conoscenze, che persegue il diritto universale alla felicità e all'autorealizzazione; combatte la povertà, assoluta e relativa, il degrado ambientale, il potere arbitrario, la violenza nella vita sociale; riporta la persona attore della vita sociale, i cittadini a partecipare direttamente ai processi decisionali; accetta, rispetta e considera le differenze valori universali. "Io sono il custode dei tuoi diritti, non il gendarme dei tuoi doveri" (Jankélévitch). La globalizzazione richiede la crescita di responsabilità individuale e collettiva proprio perché i costumi si moltiplicano esponenzialmente e le diversità sono messe a rischio dalle monoculture. E' la sensibilità verso "il pensiero debole" che deve essere sostenuta in questo "villaggio" globale. Se lo scopo degli Stati è la pacifica convivenza e il perseguimento all'autodeterminazione, alla felicità individuale, alla libertà, quello che si sta alimentando è invece la violenza del potere arbitrario esercitato da una culturalmente decotta oligarchia corrotta, che emarginando le potenzialità e calpestando i diritti, spinge verso una decadenza etica collettiva. Ammonisce Zarathustra: "Il deserto cresce; guai a chi coltiva deserti!". Occuparsi del bene pubblico richiede un impegno a tempo pieno e una condizione indispensabile: essere liberi da interessi personali. Il coraggio di guardare al bene comune con disinteresse è di pochi, è di coloro che sono liberi, una condizione che non si vuole, è ostacolata; l'attuale sistema lo impedisce perché vuole conniventi! Caproni: "C'è più libertà in carcere o in città? Non ce n'è, libertà. E' carcere l'intera città". La partitocrazia poi non consente agli indipendenti di occuparsi della res pubblica, è terreno di riserva.di caccia! Fagocitatori di posti con pluralità di incarichi ad personam. E la chiamano democrazia! Bergson: "Noi solleviamo la polvere e poi ci lamentiamo di non vedere". Non vi può essere rinascimento finché i partiti faranno uso delle Istituzioni mangiandosi e spartendosi lo Stato. Non vi può essere rinascimento finché vi sarà oppressione, occupazione, repressione, emarginazione, celebrazionismo, decorativismo culturale, incomprensione delle emergenze sociali. Non vi può essere rinascimento, senza casa per tutti: è un diritto di civiltà. Non si tratta soltanto di volgere la testa ma di convertirsi totalmente.e di muoversi, e sul serio!

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