2 Ottobre
Da "la Repubblica" del 1 ottobre 2017 Il maggiore Renato Solustri, cheoggi ha 56 anni, è il comandante dei carabinieri subacquei di Roma che con isuoi uomini riportò a galla i cadaveri rimasti prigionieri nel barconeaffondato davanti a Lampedusa il 3 ottobre 2013. All'epoca, subito dopo averfinito il suo lavoro, scrisse questo messaggio via Facebook al figlio.
Ciao Tommy, siamo appena usciti dall'acqua. Questa mattina ci siamoalzati molto presto perché il mare è piatto e ci permette di lavorare in sicurezza.Ne mancano all'appello 3 e, su 517, è un successo anche se, si parla sempre divite umane. È molto strano che un padre scrive al proprio figlio tramite mex o,in questo caso, tramite Fb. Un tempo c'erano le lettere e le cartoline. Questoera un modo molto più affascinante di comunicare, anche se, la rispostaarrivava almeno dopo una settimana! Come sai, mi sento molto spesso con lamamma. I primi due giorni è stato terribile: ho mandato sms anche a lei perchénon riuscivo a parlare dalla commozione. Ti chiedo scusa per non aver provato afare una chiacchierata con te ma, avresti sentito un papà singhiozzare senzaspiccicare una parola. Mi rode il fatto di aver dovuto recuperare decine diragazzi della tua età, che scappavano da una nazione dove il loro futuro erasolamente la morte. Sono ragazzi che non potranno mai giocare alla Play o avereun cellulare "figo" o magari, andare a vedere un film con amici. Non potrannomai più sentire le risate di gioia tantomeno, le congratulazioni per aver presoun bel voto a scuola. Non sentiranno nemmeno la stretta delle braccia dellamamma... come quella stretta che stava dando una mamma al suo bambinoall'interno della cabina del peschereccio. Sai una cosa, mi viene da sorriderequando, ogni volta che stiamo per qualche giorno lontani, ci abbracciamo tuttie tre e ci diciamo: «... la mia famiglia...». Solo ora riesco a capirel'importanza di queste semplici parole. Camminiamo per le strade di Lampedusae, i superstiti al naufragio, ci salutano e ci chiamano eroi. Non credo aquest'ultima parola ma, di certo, vedo nei loro sorrisi, la speranza che deveavere obbligatoriamente qualsiasi ragazzo della tua età. Vabbè, ti lascio allatua giornata. Torno a casa il 16. Mi raccomando, non perdiamo la tradizione delnostro abbraccio e, della nostra straordinaria frase «la mia famiglia». Tivoglio bene. Papà
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