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24 Febbraio 2017 11:43

Caporalato La "controllora", i caporali e i chicchi malconci del lavoro nei campi in Italia

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di doriana goracci

Tra gli arrestati "la controllora" che aveva il compito di "controllare" le lavoratrici sui campi, e i criminali sono donne e uomini, tutti residenti nel barese e nel tarantino.
E' la continuazione della storia di Paola Clemente, 49 anni e madre di 3 figli, che fu stroncata da un malore nelle campagne di Andria il 13 luglio del 2015: "Mia moglie era una grande lavoratrice, ogni mattina si alzava alle due meno dieci ed io continuo a tenere il suo telefono acceso: ogni giorno alla stessa ora la sveglia continua a suonare".
L' omertà è stata vinta con il coraggio di donne che hanno raccontato la schiavitù a cui sono state sottomesse, ma non sono morte. Andavano nei campi queste 600 donne, per poco meno di 3 euro all'ora ma la paga figurava che era più del doppio. Paola Clemente partiva ogni giorno a bordo di un furgone di braccianti dal Tarantino per raggiungere le campagne del Nord Barese.
 "Le indagini avrebbero accertato che la donna fu colta da malore due ore dopo aver cominciato il lavoro, sotto un tendone rovente, di acinellatura dell'uva. Un'operazione che consiste nella rimozione dei chicchi malconci per rendere il grappolo appetibile ai futuri acquirenti. La donna, inoltre, già un paio di giorni prima del decesso, avvertì dolori al collo a cui non aveva però dato molta importanza perché ne soffriva da alcuni anni". 
La morte di Paola Clemente ha "regalato" una paga doppia rispetto a quella che prendevano alle braccianti ma questo ha fatto capire alle donne che devono denunciare, tutte, tutte insieme.
Oggi sappiamo che gli arrestati sono il responsabile dell'agenzia interinale per la quale lavorava Paola Clemente, Pietro Bello, di 52 anni, e i suoi due collaboratori-dipendenti, Oronzo Catacchio, di 47, e Gianpietro Marinaro, di 29; assieme a loro sono finiti in carcere Ciro Grassi, di 43 anni, titolare dell'agenzia di trasporto, e Lucia Maria Marinaro, di 39 anni, moglie di Grassi e lavoratrice fittizia; ai 'domiciliari' è finita, invece, Giovanna Marinaro, di 47, che avrebbe avuto il compiuto di reclutare le braccianti agricole.
Sfruttamento di donne e immigrati come l'ultimo fatto nelle campagne pontine, dove grazie alla testimonianza di dieci sfruttati nei campi, c'è stato un arresto,avvenuto nelle ultime ore ma questa volta è "un indiano, di 36 anni, che aveva messo in piedi un vero sistema di caporalato, attraverso il quale gestiva almeno 30 connazionali, per i quali decideva condizioni di lavoro anche di 12 ore al giorno senza riposi settimanali e senza ferie e ai quali estorceva somme di denaro dietro minaccia di perdere il lavoro". 
Ricordo a tutte e tutti che "Il Parlamento ha approvato la legge n. 199 del 2016, che mira a garantire una maggiore efficacia all'azione di contrasto del c.d. caporalato, introducendo significative modifiche al quadro normativo penale e prevedendo specifiche misure di supporto dei lavoratori stagionali in agricoltura." Qui tutta la legge: http://www.camera.it/leg17/522?tema=contrasto_dello_sfruttamento_del_lavoro_in_agricoltura
Difendiamo la legge, difendiamo il lavoro e il rispetto dei diritti, tutte e tutti, ogni giorno. Diamo importanza ai piccoli segnali di una disperata richiesta di aiuto e voce e denunciamo con tutti i mezzi chi sfrutta e approfitta di chi ha disperato bisogno di lavoro.
Doriana Goracci
http://www.agoravox.it/Caporalato-La-controllora-i.htmlvideo foto e riferimenti

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