300 utenti


Libri.itI DUDÙ VANNO A SCUOLA?KINTSUGIAMICHE PER LA VITA - Nuova edizioneLINETTE – COMPAGNO DI GIARDINOSOLVEIG. UNA VICHINGA NELLA TERRA DEGLI IROCHESI
Emergency

Fai un link ad Arcoiris Tv

Fai un link ad Arcoiris Tv

Utilizza uno dei nostri banner!












Lettere ad Arcoiris

inviaci le tue opinioni, riflessioni, segnalazioni

Per inviare un lettera ad ArcoirisTV, riempi i campi sottostanti e clicca su "Invia". Se è la prima volta che scrivi, riceverai una email con un link ad una pagina che dovrai visitare per far sì che le tue lettere vengano sempre pubblicate automaticamente.

Informativa privacy

L’invio della "Lettera ad Arcoiris" richiede l’inserimento del valido indirizzo email del utente. Questo indirizzo viene conservato da ArcoirisTV, non viene reso pubblico, non viene usato per altri scopi e non viene comunicato ai terzi senza il preventivo consenso del utente.

maggiori info: Privacy policy

21 Dicembre 2016 16:52

FARC-EP: IL COMANDANTE TIMOLE?"N ORDINA ALLE PROPRIE TRUPPE DI TENERE PRONTO IL PIANO B

809 visualizzazioni - 0 commenti

di Associazione nazionale Nuova Colombia

Compagni comandanti e combattenti delle FARC-EP, un caloroso e fraterno saluto a tutte e tutti.
La mia intenzione iniziale, nell'accingermi a scrivere questa nota, era quella di parlarvi dell'Accordo Definitivo, in merito al quale mi trovavo in attesa della seconda relazione della nostra commissione incaricata di siglarlo. Vi avevo già inviato la prima relazione. Tuttavia, mentre la stavo elaborando mi si è presentata la necessità repentina di viaggiare a Bogotá per la firma dell'Accordo stesso con il Presidente, e a causa delle circostanze, della dinamica politica contingente e perfino delle condizioni climatiche, non mi è stato possibile trovare il tempo per terminarla come speravo. Oggi la riprendo, con il proposito però di dare priorità agli accadimenti più recenti.

Mentre questo processo prendeva forma e ci rendevamo conto che la classe dirigente, almeno la parte rappresentata da Santos, apriva in parte la porta di una soluzione politica, affermai che spettava a noi, con l'appoggio di buona parte della popolazione che reclamava la Pace, concludere l'opera spalancandola completamente. E ci siamo dedicati a portare avanti questo proposito con entusiasmo e convinzione. Non è stato facile. Tutti ricordano i diversi momenti di crisi vissuti nel corso del processo, durante i quali ci è sembrato molte volte che il conseguimento di un Accordo Finale sarebbe stato impossibile; eppure abbiamo sempre trovato delle soluzioni senza abbandonare i nostri principi ed avendo ben chiari i punti cardinali.

Se ci siamo riusciti è stato grazie, innanzitutto, all'appoggio ricevuto dalla grande maggioranza dei comandanti e dei combattenti, così come allo stimolo che ci ha offerto il movimento di massa in appoggio al processo, movimento che, come è noto, si è irrobustito nella misura in cui si avanzava al Tavolo dei Dialoghi con il governo nazionale. Siamo quindi giunti alla nostra X Conferenza, che ha unanimemente confermato l'accordo con il governo.

Successivamente c'è stato il plebiscito, che abbiamo commentato in una nota precedente. Poi la ratifica del Congresso che tutti conoscono, fino al momento attuale, in attesa di un pronunciamento della Corte Costituzionale che definisca se le leggi che devono permettere d'implementare gli accordi saranno approvate per via rapida (fast track) o ordinaria.

Siamo dunque di fronte ad un bivio alquanto difficile. Se non si approva la via rapida per le leggi suddette, tra le quali quella di amnistia, queste dovranno essere discusse, articolo per articolo, nelle sessioni ordinarie di Senato e Camera, che potrebbero cambiare essenza e contenuto degli Accordi fino al punto di ribaltare tutto quanto accordato. A ciò bisogna aggiungere il comportamento pusillanime del Presidente, la mancanza d'impegno da parte di svariati alti funzionari del governo e l'incisiva pressione dell'ultradestra.

Pertanto, compagni, ci troviamo in uno dei momenti più cruciali di questo processo. Di qui l'importanza fondamentale di restare, il corpo di comando e l'insieme dei combattenti, tutti più uniti che mai intorno al proposito comune, sostenuto dalla maggioranza dei colombiani, di strappare alle classi dominanti la soluzione politica al conflitto e lo sviluppo costituzionale e legale dell'Accordo Finale, affinché resti blindato contro qualunque contingenza. Tutto ciò senza disconoscere in nessun momento il nostro compito fondamentale, quello di  conseguire un appoggio sempre più grande all'Accordo da parte delle masse e del popolo in generale.

Proprio come nello scontro militare, adesso, nel pieno dello scontro politico, dobbiamo agire con molta saggezza, abilità, sangue freddo e serenità, in modo da trovare tutti insieme  la soluzione più corretta all'attuale congiuntura ed alle sue conseguenze. Sono certo che basandoci sulo stato d'animo della maggioranza del popolo colombiano, che vuole la Pace, potremo trovare la soluzione più giusta nell'attuale bivio. Perciò risulta indispensabile la coesione su un unico pensiero dell'insieme della direzione e di tutte le unità guerrigliere.

In una qualche missiva che ho inviato a tutti quando il processo cominciava appena a prendere forma, mettevo in guardia sul fatto che fino all'ultimo giorno sarebbe esistito il pericolo che il processo si ribaltasse, e che avremmo dovuto riprendere nuovamente la lotta armata. Questo avvertimento continua ad essere valido, e non è possibile non tenerne conto nonostante ciò che abbiamo conseguito finora.

Mi aspetto quindi che in modo speciale i comandi della direzione abbiano sempre presente questa possibilità, senza scartare per nulla il piano B.
Alcuni compagni mi chiedevano quale fosse il piano B. Da sempre ho indicato la necessità di avere piani di emergenza, come da dottrina delle FARC-EP. Ogni comandante, in consonanza con il terreno, le masse e le forze su cui può contare,  ha la responsabilità di definire quale sia il suo piano B, il cui obiettivo iniziale è quello di preservare le forze sotto il suo comando. Da qui risulta molto difficile orientare ciascuno su cosa debba fare in concreto. L'altro aspetto che deve contemplare il piano è come garantire le comunicazioni radio permanenti con i propri superiori e subordinati, senza permettere che vengano interrotte in alcun momento.
Il riaprirsi dello scontro nelle attuali circostanze deve essere molto ben progettato, in sintonia con la nuova realtà politica che siamo riusciti a generare da quando abbiamo messo in movimento il processo di Pace. Non possiamo parlarne con tutti, né possiamo darci per sconfitti prima di iniziare a combattere.

In questo momento, è necessario mettere mano a tutti gli strumenti di cui disponiamo per portare avanti questo progetto. Lo strumento principale è rappresentato dalle masse. Occorre dare loro consapevolezza della situazione che il processo sta attraversando, e della necessità di sostenere l'Accordo Definitivo in ogni modo possibile. Dobbiamo appoggiarci sulla comunità internazionale che ha accompagnato questo processo, poiché neanche essa vuole il suo fallimento.

Infine reitero l'appello alla coesione e all'unità. Non c'è un momento peggiore di questo per  dissidenze, indiscipline, cani sciolti. Occorre ricordare ed applicare il principio leninista di fiducia nella direzione comunista, essere completamente sicuri che essa ha coordinate ben chiare. Il progetto fariano appartiene a tutti noi e dobbiamo lavorare più uniti che mai per portarlo avanti, a beneficio del nostro popolo e della rivoluzione con la quale dovremo liberarlo.

Un forte abbraccio a tutti e tutte.
Timo

COMMENTA