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11 Marzo 2013 17:07

Referendum svizzero, la finanza ed i cittadini

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di Roberto Savio

Per coloro che pensano che Occupy Wall Street, gli Indignados in Spagna, Il Wolrd Social Forum e le centinaia di manifestazioni di protesta in tutto il mondo, sono espressioni senza risultati concreti, il risultato del referendum svizzero sui tetti ai salari e bonus dei dirigenti delle banche, dovrebbe farli pensare due volte.

Che piaccia o no, la Svizzera, non propriamente un paese rivoluzionario, ha dato con una maggioranza di due terzi il diritto agli azionisti di istituzioni finanziarie di decidere salari e bonus per i loro quadri, e non il comodo mutuo arricchimento del board delle banche. Un altro referendum verrà a breve, per limitare salari e bonus dei dirigenti di altre compagnie di tutti i settori, fino ad un limite che non superi di 15 volte il salario medio degli impiegati. Si tratta di uno sviluppo interessante. Nel 1950, un manager finanziario americano, Baruch, teorizzò la possibilità che un dirigente potesse avere uno stipendio 50 volte superiore della media dei suoi impiegati. Ne derivò un grande scandalo. Ora, nella lista di Fortune delle 500 più importanti compagnie, quel divario è salito a 545 volte.

Allo stesso tempo la Commisisone Europea e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo sul tetto ai bonus dei dirigenti delle banche pari al loro salario annuo. Se l’azionista lo decide, può diventare il doppio, ma non di più.

Il grido dei banchieri, ovviamente atteso, è molto interessante per quanto riguarda le basi del loro rifiuto. La prima, che arriva dal Regno Unito, è che questo fattore aumenterà la distanza tra Londra e l’Europa. I settori finanziari producono il 10% del PIL britannico, e il mondo anglo-sassone ha cavalcato l’onda degli aumenti di bonus e salari dei banchieri molto più che chiunque altro. In una buona annata un bonus può essere di 10 volte più alto di un salario. Ma è un fatto che il Regno Unito sta andando sempre più, come dimostrano le ultime elezioni locali, verso un sentimento anti-europeo, e l’Europa non accrescerà la sua integrazione con i freni che Londra continua ad applicare ad ogni momento. Per cui il settore finanziario non è il principale tema.

La seconda ragione per il rifiuto è più interessante. Dicono che il risultato saranno stipendi fissi più alti, che danneggerebbero maggiormente gli azionisti, e che i bonus alti siano più flessibili. Quindi i buoni dirigenti se ne andrebbero a Wall Street, o Hong Kong, Shangai o Tokyo, e all’Europa rimarrebbero dirigenti di seconda classe. Ora, è chiaro che il bonus alto premia il prendersi a carico un rischio, che è una delle cause delle tetre performance del sistema bancario, e questo argomento ignora il crescente consenso sul bisogni di tornare all’era pre-Clinton, quando le banche di deposito e le banche d’investimento erano separate (e non succedevano mai crisi così drammatiche come quella odierna), esattamente per ridurre la cultura del rischio elevato che ha portato ad un sistema che ha aumentato disoccupazione e povertà in tutto il mondo.

Basta vedere le incessanti cascate di raffinate frodi e cattiva gestione che le banche hanno dovuto ripagare fin dalla malaugurata decisione di Clinton.

Il terzo argomento è il più interessante, e dimostra quanto il mondo delle banche è cresciuto nella propria delusione. I bonus sono per lo più dati sottoforma di “bonus recuperabili”; vengono differiti e spesso pagati sotto forma di titoli, e possono essere ritirati. Le grandi banche, come la Royal Bank of Scotland e Barclays, hanno utilizzaro i “bonus recuperabili” e i banchieri dicono che questa minaccia è diventata di per sé un potente deterrente al rischio o al comportamento non etico.

Oggi non ci sono dati disponibili su quanto questi “bonus ritirabili” siano stati utilizzati dappertutto. Ciò che è disponibile sono le innumerevoli multe che sono state applicate alle grandi banche per frodi. Basti ricordare che ogni regolatore americano indulgente ha dato più di 3 miliardi di dollari in multe alle grandi banche. Ricordiamone solo alcuni, tutti considerati delle bacchettate sulle mani dagli esperti: 8.5 miliardi per pignoramenti fraudolenti su prestiti sulle case per dieci banche (tra cui la Bank of America, Citigroup, JP Morgan Chase), seguite da una simile risoluzione per 557 milioni di dollari alla Goldman Sachs e Morgan Stanley. Il caso del fissaggio fraudolento del tasso di interesse Libor (il tasso di cambio tra banche), è costato finora alla Union Bank Switzerland 1.5 miliardi di dollari. Il direttore della Barclay è stato costretto a dimettersi. Dov’è quindi l’effetto dei bonus ritirabili come muro contro i rischi e il comportamento non etico? Le autorità britanniche hanno raccomandato un regolare monitoraggio del Libor, così come imputazioni criminali ad individui che tentino di alterare il tasso per guadagno finanziario. HSBC ha riconosciuto di aver riciclato denaro da cartelli della droga del Messico e banche dell’Arabia saudita con legami con gruppi terroristici.

La miglior maniera per capire come i banchieri sono arrivati a questa diversa mentalità, è stata offerta dal CEO di JP Morgan, il famoso Jamie Dimon, difensore del sistema bancario che ha attaccato tutti durante l’ultimo World Economic Forum (fino a quando criticherete i banchieri?) che durante il meeting annuale coi suoi investitori pochi giorni fa a New York, ha risposto in maniera conclusiva in un dibattito con un conosciuto analista, Mike Mayo, “questo è il motivo per cui sono più ricco di te”.

Quindi non dovrebbe sorprendere nessuno che Maurice Greenberg, il CEO di AIG (American International Group), ha da poco aperto una causa da 25 miliardi di dollari contro il governo, accusandolo di “estorcere” un interesse punitivo nel piano di salvataggio che ha salvato l’AIG dalla bancarotta, del 14%. Il governo dovette iniettare 182 miliardi di dolalri per salvare l’AIG, una delle più grandi assicurazioni sui mutui, dopo che la bolla immobiliare esplose nel 2008.

Ricordiamoci che questo fu l’inizio del crush di Wall Street, che fu il detonatore dell’attuale crisi finanziaria mondiale, che ha creato 100 milioni di nuovi poveri nel mondo, secondo l’ONU. Quella crisi, che fu interamente generata negli Stati Uniti, si è agganciata due anni più tardi alla crisi dei debiti sovrani, un affare tutto Eruopeo. Questo ha portato al ricatto senza precedenti fatto dal mercato ai governi, all’uniforme medicina dell’austerità, con la Grecia come cristallino esempio del suo impatto sulla popolazione. Il Signor Greenberg si è dimesso, senza alcuna punizione, e ora sta chiedendo 25 miliardi di dollari, per le pessime condizioni imposte dal governo per salvare l’AIG?

Questo rappresenta molto bene le relazioni tra le autorità e il sistema finanziario. Abbiamo gli organismi di attestazione che hanno attestato che AIG e Goldman Sachs erano robuste istituzioni: le stesse che oggi danno una tripla A o meno ai governi, nonostante il fatto che si siano girate dall’altra parte.

E i regolatori? Il SEC, il regolatore americano, in generale, seguono la filosofia “montiamo casi contro comportamenti sbagliati in finanza, senza che lo ammettano o neghino le evidenze”. La pratica che sostengono aiuta la SEC e altre agenzie ad evitare costi, spreco di tempo e vertenze. Accordi rapidi, piuttosto che lunghi processi, significano che le vittime ottengono risarcimenti più velocemente. E c’è sempre la possibilità che SEC perda il processo.

Ma c’è un buon esempio: è un affare molto complesso; per la storia completa cercate il NYT del 19 febbraio, pagina 18. Ma il punto è che l’AIG ha denunciato la Bank of America per frode, per 10 miliardi di dollari, in relazione ai giorni del Settembre 2008, quando l’AIG era vicina al collasso. Il caso arrivò in corte. E poi, la Federal Reserve Bank (da cui proveniva l’ex-ministro del tesoro, Geitnher) fece un patto con Bank of America, per un accordo di 43 milioni di dollari, facendo una dichiarazione alla corte che scagionò la Bank of America. Un portavoce della Fed di New york disse che supportavano l’accordo perché generava grande valore senza alti potenziali costi di vertenza.

Jesse Elsinger, di ProPublica, un’agenzia no –profit, pubblicò sul NYT una meravigliosa ma sconfortante storia sulle porte girevoli per i regolatori a tutti i livelli. Inizia con Maty Jo White che Obama ha designato come capo della SEC. Ha passato l’ultimo decennio servendo così tante banche e case d’investimento, che dovrà rifiutarsi su così tanti casi, che potrà essere portata in causa solo da enti minori, come la First Wauwatosa Securities. E ora, il Senatore Reid, il leader della  maggioranza democratica al Senato, ha preso nel suo staff Cathy Koch come capo consigliere per polizie su tasse ed economia. Viene dalla General Electric, che sotto la sua guida, quasi non ha pagato tasse.

L’ufficio del Controllore della Valuta (OCC) ha un nuovo capo, Thomas Curry, meno legato alle grandi banche, che ha licenziato il capo legale uscente, Julie Williams. La Williams è prontamente atterrata alla Promontory Financial, una OCC ombra del settore privato, fondata da un ex capo dell’agenzia, Eugene A. Ludwig. La Promontory ha dato gran parte dello staff dell’Indipendent Foreclosure Review, che la SEC e altri regolatori fondarono per valutare come le 10 grandi banche giocarono un ruolo nel definire un’azione su come compensare le vittime della bolla immobiliare. La loro idea era lasciare che le banche stabilissero i fatti. Prima dell’accordo di 8.5 miliardi di dollari che abbiamo citato prima, l’Indipendent Foreclosure Review deve essere sciolta, perché non ha raggiunto alcun risultato, ma non prima di pagare 1.5 miliardi di dollari ai consulenti. E chi ha rimpiazzato Julie Williams come legale capo all’OCC? L’amica Amy, che viene dalla Promontory Financial…. E adesso abbiamo un nuo Segretario del Tesoro, Jacob Lew. Quale fu la dichiarazione sul voto per la sua elezione al Senato fatta da Bernie Sanders, un indipendente del Vermont: “Abbiamo bisogno di un Segretario del Tesoro che sia preparato ad alzarsi di fronte all’enorme potere di Wall Strett. Credo che Jack Lew sia quella persona? No, per niente.”

E il problema è che il settore privato sta sempre più scimmiottando il settore finanziario. Quando Don Bailey sostituì Questcor, un produttore di farmaci, ha alzato il costo di una medicina anti-infiammatoria specialistica, Achtar, da 50 dollari a fiala a 28.000 dollari. Quando gli chiesero se il prezzo non potesse scendere per coloro che non potevano permettersela, Bailey rispose “se lo faccio, posso essere denunciato dagli azionisti, per limitati gaudagni…”

E’ perciò appropriato che nelle prigioni americane sia iniziato un nuovo programma di allenamento: il Programma d’Imprenditoria della Prigione, che ha già fatto diplomare 800 carcerati. E’ un corso di sei mesi gestito da ex dirigenti e studenti dell’MBA, e insegna come dare inizio ad un’attività e poi gestirla. Ha più di  2500 richieste all’anno, per solo 150 posti. E’ una storia di successo.

I diplomati se la cavano così bene nel mondo del business che solo il 5% di loro torna in carcere. Forse dovrebbe connettersi al sistema girevole che abbiamo appena descritto….

Ma più oscena p la notizia che le 100 persone più ricche del mondo hanno aggiunto alla loro ricchezza nel 2012, 240 miliardi di dollari. Chiaramente, non avevano bisogni di quel denaro, in termini umani. L’1% della popolazione (60 milioni), ha ora un benessere pari a 2 miliardi e mezzo del resto della popolazione. E negli ultimi dieci anni, questa concentrazione è divenuta ancora più estrema. Lo 0,01% (600.000 persone) hanno un livello di benessere pari a due miliardi di persone.  Ci sono oggi 1.200 miliardari nel mondo. E ci troviamo di fronte ad un serio problema di cibo. Ogni giorno ci sono 219.00 nuove bocche da sfamare, 70 milioni all’anno. Secondo la FAO, le riserve di cibo sono diminuite del 2,6% mentre il costo continua a crescere (cereali dal 10% al  35%, a seconda del prodotto). Inoltre, secondo la Banca Mondiale, gettiamo via il 40% del cibo, nei paesi ricchi. Con i 240miliardi accumulati in un anno da quelle 100 persone più ricche, potremmo eliminare molti dei problemi del mondo…

In ogni caso, altri 2 miliardi di persone che ci saranno nei prossimi decenni (2050). Il sistema non è in grado di provvedere ai nostri 7 miliardi. Come provvederà ad altri 2 miliardi, provenienti dalle parti più povere del pianeta?

Bè, la risposta è ovvia, noi abbiamo il benessere, ma non è distribuito equamente. E i ricchi diventano più ricchi, ed i poveri più poveri, come dicono tutti. E, per tornare all’inizio di questo articolo troppo corto per essere serio, la gente inizia ad essere stufa, come ha dimostrato chiaramente il referendum svizzero. Dappertutto il malcontento si sta infiltrando nei sondaggi,  con partiti di protesta che affiorano ovunque. Beppe Grillo, in Italia, è solo l’ultimo campanello d’allarme. Siamo in transizione verso un sistema diverso. Questo potrà essere fatto in pace e cooperazione, o continuando queste crescenti ingiustizie sociali… La storia dà molte lezioni su questo tema, ed è inutile ricordarle. Tutti le abbiamo lette a scuola, anche i 100 miliardari…. Quindi, come mostra il referendum svizzero, non è la consapevolezza che manca: è la nostra rappresentanza politica….

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