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18 Marzo 2012 11:18

I VOSTRI ABUSI SULL' INFANZIA...‏

700 visualizzazioni - 0 commenti

di Doriana Goracci

SE PETER BOOM POTESSE GRIDARVI FUORI ! I VOSTRI ABUSI SULL' INFANZIA...‏

Leggo questa atroce notizia: “Almeno 10 minori vittime di abusi sessuali all’interno di scuole cattoliche in Olanda furono castrati negli anni ’50. Lo scrive oggi il quotidiano olandese NRC Handelsblad, riferendo che le castrazioni furono eseguite in strutture psichiatriche cattoliche per “curare” ragazzi ritenuti omosessuali e, in almeno in un caso, per punire una vittima di abusi sessuali che aveva avuto il coraggio di denunciare l’accaduto. Il resoconto del quotidiano si basa sulle dichiarazioni delle vittime, sui referti medici, lettere private e documenti legali. “  E ancora: “…In almeno un caso la castrazione fu la punizione di un giovane che aveva denunciato gli abusi sessuali subiti dai ‘frere’. Dopo la sua testimonianza, nel 1956, il giovane fu portato in un’istituzione psichiatrica e poi venne ricoverato in un ospedale dove venne castrato. A tanti anni di distanza il quotidiano olandese Nrc Handelsblad, che ha sede a Rotterdam, riporta l’agghiacciante vicenda. Il quotidiano sostiene di aver scoperto le “prove” della castrazione forzata di un ragazzo e “forti indizi” sul fatto che ad almeno una decina di altre vittime di abusi vennero forzatamente rimossi i testicoli. Tra le prove, atti giudiziari, cartelle cliniche e lettere private e di avvocati. Secondo il quotidiano, la pratica venne denunciata nel 2010 alla Commissione Deetman, incaricata dalla Chiesa Cattolica di indagare sugli abusi sessuali commessi sui minori. Ma la Commissione, guidata dall’ex ministro Wim Deetman, del Partito Cristiano Democratico, non ha fatto alcun cenno alle castrazioni nel suo documento finale perché – ha fatto sapere adesso, reagendo all’articolo – non trovò “indizi per ulteriori indagini”. “

Se Peter Boom olandese, fosse vivo (volato via il 26 maggio 2011) vi maledirebbe e sarebbe stato anche capace di imbracciare un bastone, e come aveva fatto, avrebbe gridato FUORI!
Vergogna senza fine e giustificazioni. E non è un film come uno dei tanti che aveva girato e l’ultimo ricordato al Tuscia Film Festival… dove faceva la parte del cardinale.
Sia maledetto chiunque abusa dell’ Infanzia. Ieri oggi e domani.
Doriana Goracci

FOTO E VIDEO VISIBILI SU http://www.reset-italia.net/2012/03/18/peter-boom-castrati-pedofilia-olanda-vaticano-omosessualita-abusi-infanzia/

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Peter_Boom

MEMORO La Banca della Memoria, alcuni video molto importanti dove Peter racconta…Sono imperdibili. Ringrazio immensamente questo spazio nella Rete, che non conoscevo.

 

1) Sulla lista nera del Papa http://www.memoro.org/it/Sulla-lista-nera-del-Papa_633.html Un esempio di discriminazione nel mondo del lavoro: Peter, assunto per uno spettacolo alla Scala di Milano, viene licenziato perchè omosessuale e perchè presente nella lista nera del Vaticano per una frase detta anni prima in un programma radio. 2) Il lavoro http://www.memoro.org/it/Il-lavoro_631.html Una carriera notevole nel mondo dello spettacolo. Durante il periodo della guerra incontra i più grandi registi teatrali. Arrivato a Roma inizia i doppiaggi di film e diventa manager di un importante pianista. Viene poi allontanato dalla famiglia del pianista alla scoperta della sua omosessualità 3) La giovinezza e la scoperta dell’omosessualità http://www.memoro.org/it/La-giovinezza-e-la-scoperta-dell-omosessualit%E0_652.html Peter scopre la sua omosessualità in Italia, in un periodo in cui essere gay non solo non era visto di buon grado, ma spesso era causa di maltrattamenti da parte delle forze dell’ordine, poichè essere omossessuali significava essere delinquenti. 4) La rai e la musica http://www.memoro.org/it/La-rai-e-la-musica_655.html La lunga carriera di Peter nel mondo dello spettacolo, iniziata presso gli studi Rai con parecchie difficoltà, probabilmente perchè senza raccomandazioni importanti, ma cresciuta con gli anni e capace di regalargli grandi soddisfazioni e di farlo lavorare con grnadi artisti… 5) L’attentato http://www.memoro.org/it/L-attentato_698.html Pochi giorni dopo l’assassinio di Pasolini, anche Peter viene aggredito e quasi investito da una macchina. Ma, quando il Questore in persona lo cerca per avere informazioni sull’accaduto, gli chiede di assumersi tutte le colpe dell’incidente, nascondo così l’evidente aggressione. 6) Il suicidio di Alfredo http://www.memoro.org/it/Il-suicidio-di-Afredo_663.html Il 13 dicembre del 1998, Alfredo Ormando, omosessuale palermitano, in segna di protesta, si diede fuoco in piazza San Pietro, morendo dieci giorni dopo a causa delle ustioni procuratosi. questo episodio colpì fortemente la comunità omosessuale italiana e, in primis, il nostro Peter, che da allora ogni anno, in quella data, organizza una manifestazione. 7) L’impegno omosessuale http://www.memoro.org/it/L-impegno-omosessuale_687.html Peter, durante una tournee a Torino, scopre dell’esistenza di F.U.O.R.I. , prima associazione in difesa dei diritti degli omosessuali. Proprio per aiutare questa associazione, incide un disco i cui proventi vengono dati a sostegno dell’associazione. Ma i problemi iniziano a moltiplicarsi…. L’infanzia e la guerra http://www.memoro.org/it/L-infanzia-e-la-guerra_666.html Peter ci descrive la sua infanzia trascorsa serenamente in una famiglia benestante. ma tutto cambiò con l’arrivo della guerra e con l’obbligo di dare al regime tedesco ogni forma di risparmio accumulata negli anni…

 

 

Nel nome di Pan

Cosa ricorda dei suoi primi anni di impegno? Partecipai alle riunioni del Fuori! a Torino e anche alla prima manifestazione gay in Italia del 5/6 aprile 1972, nata per contestare un Congresso di Sessuologia a Sanremo. Erano presenti Françoise d’Eaubonne, scrittrice e accesa femminista francese, una rappresentanza addirittura dalla Norvegia e anche il nostro svolazzante Mario Mieli. Il fatto fece furore perché era la prima manifestazione omosessuale in Italia. La Polizia ci schedò tutti, ho ancora delle fotografie di quei giorni. Ricordo che una sera trovarono uno dei sessuologi, cattolicissimo, con un ragazzo in spiaggia… Il risultato fu positivo: lasciarono parlare Angelo Pezzana nella sala dove si svolge il Festival di Sanremo davanti all’assemblea dei sessuologi. Quando partimmo per tornare a casa il norvegese, un bellissimo biondino, e io ci baciammo appassionatamente davanti agli occhi esterrefatti di due poliziotti: con le leggi allora in vigore avrebbero potuto arrestarci… Il 1 maggio 1972 partecipai al primo raduno omosessuale a Roma a Campo de’ Fiori. In quello stesso anno uscì il primo disco gay in Italia con le canzoni Fuori e Lui ama lui / Lei ama lei, un 45 giri registrato alla Sonic (RM). Cantammo i brani una sola volta perché il titolare dello studio temeva l’ingresso dei carabinieri o eventuali ritorsioni. Erano davvero altri tempi! Il disco ancora senza copertina fu sequestrato a causa dell’etichetta «Ciao 2001» che era anche il nome di una nota rivista per giovani, la quale bloccò l’uscita non volendo compromettere il buon nome del periodico. La mia carriera venne di colpo bloccata: un cantante apertamente gay non poteva ancora essere accettato dalla società italiana e purtroppo ancora meno dagli stessi omosessuali. A quel tempo lei apparve su giornali e riviste nudo su una croce, coperto solo dalla scritta «Fuori»… Cercai di creare nuclei del Fuori a Bologna, Firenze, Trieste, Catania e Palermo. Il 15 ottobre 1972 partecipai al convegno di “Controcultura” a Milano, organizzato da Re Nudo, al quale parteciparono diverse organizzazioni omofile estere ed esponenti del movimento femminile e lesbico. Riuscii a salvare una certa quantità dei dischi già stampati e li spedii, nel 1975, alle radio libere che da poco avevano iniziato le loro trasmissioni in Italia. Radio Antenna Musica (Roma) mandò in onda il disco e mi fece un’intervista nella quale dichiarai di non essere sicuro dell’omosessualità di papa Paolo VI ma che, nel caso lo fosse stato veramente, come affermato da Roger Peyrefitte e da molte altre voci, allora sarebbe stata la persona più abietta e ipocrita del mondo, soprattutto dopo quello che aveva scritto sull’Humanae Vitae. Quelle parole non le furono perdonate… Due giorni prima dell’assassinio di Pier Paolo Pasolini subii un attentato che mi costò un dente, diverse abrasioni e un ginocchio che non potevo più piegare e che tuttora mi duole! Nell’aprile del 1976 i Carabinieri irruppero nella mia casa con un mandato che conteneva delle accuse infamanti. Scosso da questi episodi di violenza, lei tornò in Olanda dove scrisse un rapporto delle sue disavventure in Italia ad un funzionano della Polizia olandese… Tornato a Roma, presi parte al primo collettivo omosessuale con don Marco Bisceglia (fondatore dell’Arcigay ndr), Niki Vendola e pochi altri coraggiosi. Lì conobbi Franco Grillini. Fui uno dei fondatori dell’Arcigay di Roma e frequentavo l’Ompo’s di Massimo Consoli. A Nepi, a 40 km da Roma, su un giornale provinciale fu pubblicato un articolo dal titolo «Questa non è vita», nel quale veniva spiegato che il sesso si faceva di nascosto, soprattutto quello omosessuale. Nel pruriginoso paese scoppiò uno scandalo, con le risposte inopportune del prete alle quali risposi per le rime. Il risultato? Quando entravo nel bar la gente si spostava, al telefono ricevevo minacce di morte provenienti da una delle cosiddette “signore bene” di Nepi, molta gente non mi salutava più. Poi accompagnai in Comune due ragazzi che stavano insieme da 25 anni per chiedere al sindaco di sposarli. Scoppiò uno scandalo ancora più grande, con la Rai in piazza, interviste… puoi immaginare il casino. I ragazzi di Nepi si lamentavano con me: dicevano che quando andavano in discoteca i giovani degli altri paesetti limitrofi li prendevano in giro con frasi del tipo: «Nepesini, tutti froci!». Alcuni anni dopo, a Viterbo, riuscii ad ottenere la collaborazione del Questore Vincenzo Boncoraglio: nacque così il primo telefono amico gay di una Questura in Italia. Lei è molto legato al ricordo di Alfredo Ormando: il 13 gennaio 1998 Alfredo si è suicidato dandosi fuoco in piazza San Pietro. Fu davvero vittima dell’omofobia vaticana? Sì, è così… Nel febbraio ‘98 organizzai in piazza San Pietro la prima commemorazione di Alfredo: da allora l’Ormando Day è diventato un simbolo internazionale contro la discriminazione degli omosessuali da parte della Chiesa cattolica. Una donna raccontò di aver visto Alfredo mentre si versava addosso la benzina e correva avvolto dalle fiamme verso il centro della piazza. Un agente di polizia tentò di spegnere le fiamme usando la propria giacca. Prima di perdere conoscenza, Alfredo disse: «Non sono neanche stato capace di morire». Morì dopo 10 giorni di atroci sofferenze. Le lettere che si era portato appresso non furono pubblicate e il Vaticano rilasciò un comunicato dove affermava che Ormando si era suicidato perché aveva problemi in famiglia. Non è vero! Subito dopo la morte di Alfredo, l’Ansa ricevette le lettere e ne pubblicò una parte. Egli aveva inviato da Palermo una copia all’Ansa, prima di prendere il treno per Roma; sapeva benissimo che le lettere, una volta nelle mani dei preti, non sarebbero mai state pubblicate. Molte altre iniziative furono intraprese insieme a Pierangelo Bucci che aveva fondato il Circolo Pansessuale Dionysios-Arcigay di Viterbo. È stato un periodo di tensioni, minacce e scontri (anche a causa degli stessi omosessuali), a contatto con una popolazione di radicate tradizioni cattoliche. Articoli e pubblicazioni su quegli eventi sono custoditi dall’Archivio Massimo Consoli e all’Archivio di Stato. Vuole spiegarmi cos’è questa “Teoria della Pansessualità?” Certo! Credo che l’essere umano sia pansessuale, dal greco «pan» che significa «tutto», un essere cioè sessualmente completo. Ognuno di noi possiede varie “possibilità sessuali”: etero, omo, bisessualità, autoerotismo, feticismo, sadomasochismo, e molte altre “forme d’uso” sessuale, forme che possono esplodere da un momento all’altro in ogni essere umano. Il bambino, ad esempio, nasce polimorfo-perverso, gioca con la madre, tocca se stesso e tutto quello che gli capita, si masturba, poi diventa feticista godendo delle proprie feci, e più avanti giocherà a medico e infermiera per fare curiose esplorazioni, tutte manifestazioni perfettamente naturali. Nel periodo della pubertà, della crescita sessuale, si manifesta un’ambiguità accentuata, anch’essa assolutamente naturale ed innegabile. Più tardi ancora la sessualità diventa di solito più definita, ma rimane la gamma di tutte queste opzioni che, a seconda del tipo di società o tribù nel quale si vive, vengono parzialmente represse o “tabuizzate”. Nel Borneo ci sono tribù nelle quali le donne con i bambini vivono insieme in un grosso caseggiato e gli uomini dimorano in un altro edificio; in Kenya vive tuttora una tribù nomade di gente orgogliosa e molto longeva nella quale vige l’usanza dell’accoppiamento con giuramento di sangue tra maschi dodicenni: le coppie vagheranno per tutta la vita fedelmente insieme per quel vasto paese, tornando due o tre volte all’anno in seno alla loro tribù sugli altipiani, per intrattenersi con le donne ed assicurare così la procreazione. Gli esempi sono tantissimi, ma questa è materia degli antropologi. Come vede il movimento gay in Italia? È una storia del tutto particolare: il movimento è molto debole a causa di una sparuta partecipazione dei gay stessi alle attività militanti e organizzative. Soprattutto nelle province non esiste praticamente nessuna infrastruttura Glbt. In Italia i rapporti in privato tra omosessuali adulti e consenzienti non sono mai stati punibili per legge, la religione cattolica li ha sempre condannati con l’ipocrisia a lei usuale e, per questa ragione, vige ancora molto il detto «quel che non si vede…». Inoltre, il movimento è troppo politicizzato e questo forse per necessità; i gay perdono d’occhio facilmente i loro comuni nemici per darsi addosso a vicenda. Molti votano addirittura per i partiti che li condannano, come Alleanza Nazionale e Margherita, un fenomeno che chiamerei Sindrome di Stoccolma, l’amore per i propri carcerieri…

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