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21 Febbraio 2012 19:12

MILIONI DI EURO E BASTONATE

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di DORIANA GORACCI

Ho visto un film indiano, si chiama The Millionaire, versione del 2008 diretto da Danny Boyle. Si,  perchè ce ne  era uno muto  del 1917,  diretto da Arvid E. Gillstrom con Oliver Hardy e Billy West. Un’ altro muto del 1921 diretto da Jack Conway, una altro non muto del 1931 diretto da John G. Adolfi
Ho letto che all’epoca “una delle famiglie dei ragazzi che hanno partecipato alle riprese aveva denunciato una sorta di sfruttamento da parte della produzione che aveva pagato il figlio appena 2500 euro a fronte delle decine di milioni di euro d’incassi. La vittoria degli Oscar sembra però aver placato gli animi “Sono così felice che mia figlia abbia vinto questo premio. La sua fama deve essere anche un motivo di orgoglio per tutta l’India”, ha detto Muni Qureshi, madre di Rubina Ali, 8 anni, che nel film ha interpretato la bambina della bidonville Latika. Il regista e il produttore avevano negato in blocco le accuse spiegando che la produzione ha anche previsto di pagare gli studi dei ragazzi fino a quando saranno maggiorenni. “La cosa più importante è che una persona povera come mio figlio venga riconosciuta internazionalmente – dice il padre del piccolo Azhar Mohammed Isamil -. Quello che mi rende più felice è che sia riuscito già a farsi un nome”.Alcuni abitanti della bidonville si sono sentiti offesi dal titolo inglese del film che li chiama “Slumdog”, letteralmente cani dei bassifondi, e hanno presentato una denuncia in tribunale.”
Ho dovuto pure apprendere che  il  19 aprile del 2009 su Adnkronos si riportava”Il padre di Rubina Ali, la bambina di nove anni che ha impersonato la protagonista di Slumdog Millionaire da piccola, ha cercado di vendere la figlia a genitori adottivi. Secondo quanto rende noto News of the World, Rafiq Qureshi, ha chiesto 20 milioni di rupie (400mila dollari) in cambio della bimba, che impersona Latika da giovane nel film che si e’ aggiudicato otto premi Oscar.” Violenza dunque sui minori e le donne, sugli esseri  indifesi, in India…

E’ così che mi è tornata alla mente Sampat Pal Devi, una donna indiana.

Su  Wikipedia, l’enciclopedia libera si apprende: “Mimosa hamanta (Gulabi babhul, in indiano), ispiratrice del nome del gruppo fondato da Sampat Pal Devi. Sampat Pal Devi (Uttar Pradesh, 1960) è una attivista e scrittrice indiana , impegnata, nel suo paese, nella lotta per la conquista dei diritti per le donne.Sampat Pal Devi, nata nel 1960 in Uttar Pradesh in India, è la fondatrice e la leader di un gruppo di attiviste politiche in India settentrionale, nel Banda district, appartenente allo stato indiano dell’Uttar Pradesh. Nonostante il matrimonio infantile sia illegale da moltissimi anni, in India, Sampat Pal Devi è stata obbligata a sposarsi all’età di dodici anni, come racconta in un suo libro, Io, Sampat Pal, capobanda di un gruppo in sari rosa pubblicato da Oh! edizioni in Francia nell’ottobre 2008. Nonostante i suoi impegni famigliari e le proposte di entrare in politica, che lei continua a rifiutare, Sampat non intende fermarsi, ma vuole mostrare agli uomini chi sono le donne del suo gruppo e di cosa sono capaci. Sampat è la moglie di un contadino e venditore di verdure e madre di cinque figli (quattro femmine e un maschio). Ha anche lavorato, con il governo, per la salute dei lavoratori.Sampat Pal Devi formò la sua organizzazione all’inizio del 2006 e prese ispirazione dalla figura di Laxmibai Rani, una regina indiana che formò il suo esercito nel 1887 e tenne testa agli inglesi per un anno.mIl gruppo è chiamato Banda Gulabi o Gang Rosa (Pink Gang), perché molti di loro indossano un sari rosa. Banda è al centro di Bundelkhand, una delle zone più povere di uno degli stati più popolosi dell’India. Sampat Pal Devi, parlando del suo gruppo, afferma: Non siamo una banda nel senso usuale del termine. Siamo una banda per la giustizia. Le donne della regione di Banda giudicano come eroine le componenti del gruppo per il lavoro che svolgono in loro favore.Il gruppo, che conta diverse migliaia di donne e pochi uomini, si comporta come se fosse formato da vigilantes ed opera per far raggiungere una maggiore giustizia sociale per i poveri, ma con una maggiore attenzione alle donne povere. Il loro obiettivo è quello di incutere paura ai malintenzionati e di guadagnarsi il rispetto dei funzionari che hanno il potere di facilitare e promuovere un cambiamento della situazione. Le componenti della banda brandiscono bastoni di bambù ed asce, e, quando si presenta la necessità, ne fanno uso. I loro obiettivi più importanti sono:Fine del fenomeno del matrimonio tra bambini. Far cessare la tradizione dell’abbandono delle mogli. Lotta alla criminalità ed alla corruzione in India.Il suo movimento di donne si batte per cambiare le cose. Nuove leggi vengono create ogni giorno in paesi diversi, anche in India, per ristabilire la parità tra uomini e donne. Tuttavia la lotta continua tutti i giorni. Nella tradizione indiana le donne sono sempre state considerate come esseri inferiori. Quindi non hanno diritti e sono soggette all’uomo. le donne devono obbedire ai loro mariti e non uscire senza il loro permesso. Le donne sono anche violentata e non possono dire nulla, per cui, nel 2007, fu approvata una legge contro la violenza sulle donne. Da una indagine recente risulta che in media, in India, una donna viene violentata ogni mezz’ora ed un’altra è uccisa ogni 75 minuti. Mayawati Kumari, una donna delle caste inferiori, è stata eletta Capo dello Stato dell’Uttar Pradesh, ma non è stato possibile rapparesentarla in una statua, al suo posto è stato mostrato un uomo. Questo conferma la condizione nella quale si trovano le donne.”

A novembre del 2010 avevo scritto Donne In Rosa con Bastone Insieme, ho voluto capire se c’è qualcosa di nuovo. Intanto un film con sottotitoli Pink gang  per la regia di Enrico Bisi che racconta la storia di un gruppo di “eroine in rosa”, la Gulabi Gang (Pink Gang), che in India combattono per difendere le donne vittime di abusi e violenze, attraverso la storia personale della sua fondatrice Sampat Pal.

Poi in inglese, che già avevo riportato in passato, a Sambat Pal viene chiesto se conosce Gandhi, lei rispose che si, è il padre della sua nazione, ma il suo stile è differente…Non le manca l’ironia.

Vengo a scrivere di questa storia così apparentemente lontana, perchè la nostra cronaca italiana è puntellata di violenze fuori dentro la famiglia, su donne e minori, stupri e abusi. E come chiamare in altro modo quello che viene fatto ad un popolo, quando lo si strangola finanziariamente, lo si obbliga a pagare un debito al Mercato mondiale, si scordano secoli di cultura e si rispetta solo la potenza del bastone e della carota, ci si piega e inginocchia per avere un diritto basilare quale il lavoro?

 Non vi sembri poco pertinente, e se non vi sembra a me  non  interessa affatto perchè non devo vendere niente, a gennaio scrisse un cammento su Reset Italia Fb  Milena Scaioli: “ho necessità di sfogare la mia rabbbia, mio figlio è stato assunto con la mansione di allievo panificatore dalla società Esselunga il 5 dicembre, con un contratto di 18 mesi, poi si sarebbe trasformato a tempo indeterminato, e 45 giorni di prova, il suo negozio di assunzione era Lecco. E’ stato per 10 giorni circa a Giussano e poi trasferito a Lissone fino a ieri dove è stato licenziato perchè, a loro dire, non veloce ma sopratutto autonomo. In questo periodo ha fatto 72 km al giorno in orari improponibili sabati domeniche addirittura nel periodo natalizio tornava la sera alle 20 e alle 2 ripariva per tornare al lavoro..il suo negozio di assunzione non lo ha mai visto…e sì che sul suo contratto era scritto che veniva momentaneamente trasferito a Giussano fino all’apertura della sede di Lecco, gli hanno dato la speranza il sogno del lavoro fisso lo hanno sfruttato usato e alla fine umiliato.Questa è una prassi molto usata:  abbiamo necessità di forza lavoro? Bene pigliamo 100 ragazzini (li illudiamo) e poi via, intanto loro nel periodo natalizio ci daranno il culo perchè il lavoro è una neccessità. Se andrete a fonto scoverete cose sulla società Esselunga che fanno venire la pelle d’oca…ora mi chiedo cosa faranno questi ragazzi per vivere? come potranno avere un futuro se nemmeno vengono rispettati? come può una persona senza esperienza essere autosufficente e panificare quintali di pane se ha pulito padelle per un mese? io sono stufa di queste prepotenze.” E aggiungeva un articolo del Fatto: Esselunga, gli operai delle cooperative in Provincia: “Situazione fuori legge” .

Pensai , grazie a quella che poi è diventata “un’ amica FB”,   di scrivere un articolo dal titolo Falce Carrello  e Lavoro Corto, ma poi ho pensato che questa donna indiana è una risorsa,  un riferimento certo, che nessuno ci racconta…e c’è tempo per continuare a scrivere di noi gente anonima. Gli stipendi con redditi “milionari”  del Parlamento on line, possono attizzare  per qualche giorno, lo sappiamo benissimo come vivono cosa mangiano e chi è stato. Ci proponete Il Contratto,  vero? Io certe Donne in rosa col bastone, Insieme.

Doriana Goracci

foto video su http://www.reset-italia.net/2012/02/21/milioni-bastonate-lavoro-abusi-violenza-milionari/


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