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2 Dicembre 2010 20:13

"EX" PARAMILITARE "FUGGE" DURANTE UN TRASFERIMENTO DAL CARCERE

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di Associazione nazionale Nuova Colombia

Andrés Palencia González,  appartenente alle Autodefensas Unidas de Colombia (gruppo paramilitare falsamente smobilitato da Uribe e riciclato col nome di "Aguilas Negras") e detenuto nel carcere di Cúcuta con una condanna definitiva a sette anni e sei mesi per associazione a delinquere, è fuggito durante uno spostamento effettuato per via di una convocazione pervenuta dalla commissione Justicia y Paz.
La dinamica degli avvenimenti, che  travolge l'INPEC (Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario) in un nuovo ed eclatante scandalo, lascia numerose perplessità. Innanzi tutto la notizia della fuga sarebbe stata riportata dagli agenti penitenziari, che avevano in custodia González, soltanto alle 23.00; inoltre,  la versione rilasciata dagli stessi agenti secondo la quale quattro uomini armati li avrebbero obbligati a salire su  un mezzo, insieme al "fuggiasco", per poi rilasciarli, non convince.
In questa vicenda risulta indagato anche il comandante della vigilanza del nuovo carcere di Cúcuta, per non aver richiesto alle autorità competenti di rafforzare la sicurezza lungo il percorso di spostamento del pericoloso criminale, e per non aver previamente eseguito l’ordine di trasferimento di González presso il carcere di Girón,  pervenuto al carcere di  Cúcuta due settimane prima dell'accaduto.
Questo scandalo evidenzia le reali intenzioni del regime: evitare le pericolose confessioni dei suoi amici paramilitari, riciclandoli e viziandoli in funzione della guerra sporca contro il popolo colombiano.
Vale la pena sottolineare che rappresentanti delle para-istituzioni colombiane, come gli alti funzionari  dell' INPEC, già in passato sono stati indagati unitamente ad alcuni agenti del DAS (polizia politica direttamente alle dipendenze della Presidenza della Repubblica) per coinvolgimento nel collocamento e nella deflagrazione di alcuni ordigni esplosi in pieno centro a Bogotá.
Il dato di fatto è che il regime oligarchico colombiano, pur avendo creato ed alimentato il paramilitarismo come politica controinsorgente di Stato,  non ha nessuna intenzione di permettere ai suoi capi sotto processo di rivelare alla magistratura ed all’opinione pubblica le complicità fra quei macellai e le più alte sfere della politica, delle forze armate, dell’imprenditoria e delle multinazionali. Pertanto, alterna a seconda dei casi omicidi mirati ed estradizioni negli USA, per farli tacere, a “favori” di vario tipo: legalizzazione di capitali e latifondi illegali, riciclaggio di narcodollari e, appunto, liberazioni dal carcere in “strane circostanze”.
 

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